Il bollo auto è una tassa con una scadenza precisa. Non rispettandola si andrà incontro a sanzioni e interessi sempre crescenti. Facciamo il punto della situazione.
Chi non paga le tasse incorre in conseguenze gravi. Il bollo auto non fa eccezione.
I proprietari di automobili devono corrispondere annualmente il bollo auto. Una tassa odiata, per tanti cittadini incomprensibile dato che sui veicoli di proprietà già gravano molti oneri come l’assicurazione, la revisione, il tagliando, il carburante. Eppure non sono ammesse eccezioni – a parti pochi casi – e puntualmente ogni anno gli automobilisti dovranno versare quanto dovuto. L’importo dipende dall’auto, dalla potenza del motore, dalla Regione di residenza. E se non si pagherà in tempo la cifra diventerà sempre più alta. In generale, la scadenza coincide con la data di immatricolazione dei veicoli. Il cittadino, poi, ha tempo di pagare fino all’ultimo giorno del mese successivo. Superando questo termine ultimo scattano sanzioni e interessi. Ma approfondiamo nei dettagli le conseguenze del mancato pagamento per scoprire, poi, come e quando è possibile non pagare.
Iniziamo dalle tempistiche di pagamento della tassa. In caso di primo bollo l’automobilista dovrà pagare entro il mese di immatricolazione del mezzo. Se dovesse avvenire negli ultimi dieci giorni del mese allora il versamento può slittare fino all’ultimo giorno del mese successivo. Questo è il termine ultimo anche per i pagamenti del bollo successivi al primo. Poche regioni concedono ulteriori proroghe.
Un lettore ci ha posto un quesito. “Non ho pagato il bollo per due anni, quanto tempo ho per poterlo pagare e cosa accade? Posso accedere alla rottamazione?“. Iniziamo dalle conseguenze. Sanzioni e interessi scattano a partire dal primo giorno di ritardo del versamento. Se, poi, il pagamento dovesse avvenire entro 14 giorni scatterebbe la sanzione minima (0,1% dell’imposta per ogni giorno di ritardo).
Rientrando nei trenta giorni la sanzione sarà pari all’1,5% mentre arrivando a 90 giorni sarà dell’1,67%. Superando i 90 giorni e restando all’interno dei dodici mesi la sanzione sarà del 3,75% per passare al 4,286% se si rimane entro il secondo anno di scadenza.
Oltre i due anni non ci sarà più modo di procedere con il ravvedimento operoso e scatterà la sanzione ordinaria del 30% della tassa dovuta. Ai cittadini che non pagano il bollo auto viene notificata una cartella esattoriale completa di importo da pagare (quota capitale più sanzioni). Non pagando neanche questa scatterà il fermo dell’auto o il pignoramento dei beni.
Il lettore chiede se può aderire alla rottamazione quater per evitare di pagare il bollo auto. La soluzione è perseguibile ma solo a determinate condizioni. Innanzitutto occorre distinguere la definizione agevolata con la cancellazione di interessi e sanzioni per le cartelle affidate all’Agenzia delle Entrate dal 1° gennaio 2000 e 30 giugno 2022 dallo stralcio delle cartelle sotto i mille euro affidate entro il 31 dicembre 2015.
Nel primo caso si dovrà pagare la quota capitale più le spese procedurali ma sarà possibile evitare il pagamento delle sanzioni nonché degli interessi di mora e aggio risparmiando molti soldi. Nel secondo caso, invece, non si dovrà corrispondere nulla se l’importo totale del debito è inferiore ai mille euro (incluse sanzioni e interessi).
Altra differenza, lo stralcio avverrà automaticamente a partire dal 30 aprile 2023 mentre l’accesso alla definizione agevolata dovrà essere richiesto. Se le cartelle del lettore dovessero rientrare nello stralcio, dunque, sparirebbero a breve e nel frattempo non si dovrà corrispondere alcun importo. Per pagare di meno con la definizione agevolata, invece, il contribuente dovrà inviare l’adesione entro il 30 aprile 2023 sfruttando i servizi dell’Agenzia delle Entrate.
Per essere certi che le cartelle rientrino nella definizione agevolata o nello stralcio basterà controllare i carichi pendenti accedendo al prospetto informativo. Questo documento è reperibile online sul portale dell’Agenzia delle Entrate. Sarà richiesto l’accesso con credenziali digitali volendo recuperare le informazioni dall’Area Privata (procedura più veloce). In alternativa si potrà inoltrare richiesta del prospetto compilando il form presente in Area Pubblica.
In entrambi i casi si potranno conoscere i carichi pendenti e la differenza di importo da corrispondere non aderendo alla rottamazione quater e aderendovi. Sempre dal portale dell’Agenzia delle Entrate sarà possibile inviare domanda di adesione per risparmiare molti soldi. Appare, dunque, molto importante e conveniente richiedere il prospetto informativo. Si potrà conoscere, infatti, l’importo da versare prima della comunicazione dell’AdE prevista entro il 30 giugno 2023.
Ricordiamo, infine, che la somma non dovrà essere necessariamente corrisposta in un’unica soluzione entro il 31 luglio 2023. Nel momento in cui si invia la domanda di adesione alla definizione agevolata, infatti, è possibile richiedere la rateizzazione specificando il numero di rate con cui pagare il debito (massimo diciotto). Le prime due rate (luglio e novembre 2023) dovranno corrispondere ciascuna al 10% del totale mentre le altre al 5%. Da agosto, poi, scatteranno gli interessi del 2%. L’ultima rata delle diciotto è prevista il 30 novembre 2027 essendo i pagamenti quadrimestrali. Non sarà possibile saltare nemmeno una rata o la rateizzazione decadrà immediatamente.
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