Il Divieto di fumo si espande e riguarderà anche le sigarette elettroniche. Ecco tutti i luoghi dove non si potrà più fumare e svapare.
Il Governo ha deciso in tutti i modi che nessuno deve più fumare, né tabacco né liquidi o i prodotti a tabacco riscaldato.
Intanto ha alzato il prezzo delle “bionde” e ora il Ministro della Salute Schillaci vuole andare molto oltre. Lo scopo, come da lui stesso dichiarato, è arrivare a nuove “generazioni libere dal tabacco”.
Il riferimento è anche e soprattutto rivolto ai giovani, che fumano meno sigarette ma apprezzano molto le “svapo”, o i prodotti da tabacco riscaldato (come ad esempio Iqos, Glo o Ploom, per citarne alcuni). Probabilmente la volontà è anche quella di diminuire l’incidenza di alcuni tipi di tumore, come quello del Polmone, che si stima diverrà la terza causa di morte tra le donne da qui ai prossimi anni.
Fino ad oggi i fumatori avevano sì dei divieti, ma limitati ad alcune situazioni, come ad esempio all’interno di locali, luoghi pubblici, uffici e negozi. Il progetto del Ministero della Salute, discusso in questi giorni dalle varie forze politiche, vuole andare molto oltre e vietare il fumo anche all’esterno.
Praticamente da nessuna parte, se vogliamo sintetizzare le regole che presto potrebbero entrare in vigore. Secondo le prime ipotesi, sarà vietato fumare – tutti i tipi di sigarette e similari – non solo all’interno dei locali e dove è attualmente vietato, ma anche:
Fumare fa male e lo sappiamo, ma fino ad ora è stata concessa una sorta di “libertà di scelta”. I fumatori, coloro che amano le classiche “bionde”, i sigari e le sigarette elettroniche – tra l’altro usate anche proprio per smettere di fumare – non sono certo felici delle prospettive che si parano davanti. Probabilmente gli “irriducibili” potranno fumare solamente dentro le mura di casa propria.
Anche tra le forze politiche, però, non mancano i pareri contrapposti e le polemiche. Matteo Salvini è un forte “sostenitore” delle sigarette elettroniche, non solo perché riceve finanziamenti al partito da Vaporart, (un’azienda specializzata in liquidi per sigarette elettroniche) ma nella sua esperienza personale gli sono servite per smettere col tabacco classico. Le sue affermazioni su Twitter fanno ben comprendere il suo pensiero: “Le sigarette elettroniche stanno aiutando tanta gente ad abbandonare quelle normali. Da ex fumatore che ha smesso 4 anni fa, il divieto di fumarle all’aperto appare esagerato”
Gino Paoli ha ironizzato sulla questione, affermando di voler fondare un “partito dei tabagisti”, ricordando che nonostante il fumo è arrivato in salute alla veneranda età di 88 anni.
Di simile parere è anche il fondatore del centro di ricerca multidisciplinare che studia soluzioni scientifiche innovative per la riduzione del danno da fumo (Coehar), Riccardo Polosa. Nelle sue dichiarazioni chiarisce che ci sono attualmente soluzioni alternative molto meno dannose del tabacco, e che un divieto assoluto potrebbe essere evitato.
Contrari, ovviamente, medici e oncologi, che non hanno dubbi sugli effetti negativi del fumo e sono certi che vietare completamente questa pratica salverà milioni di vite. I rischi di imposizioni così dure sono quelli che sorgono sempre quando siamo di fronte a “proibizionismo”: una risposta contraria, e magari anche l’utilizzo di “merce illegale”, nonché l’aumento di sensazione di non libertà dei cittadini, già vessati da moltissimi limiti, seppur concepiti per il loro bene.
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