Anche ad aprile 2023 il ritiro dei pagamenti della pensione avviene in presenza in base al calendario stabilito dall’INPS. Ecco le date.
Il calendario per il ritiro e i pagamenti della pensione di aprile 2023 sarà diverso tra posta e banca.
Ma non solo. Nel mese di aprile alcuni pensionati riceveranno la pensione con due giorni di ritardo rispetto al solito. Infatti, essendo il 1° aprile un sabato le poste saranno aperte solo mezza giornata, mentre le banche saranno chiuse. Ricordiamo che il ritiro della pensione alla posta è regolato da un rigido calendario a cui è abbinata l’iniziale del proprio cognome. Se questo non inizia con la lettera “A”, bisognerà attende il lunedì (o i giorni successivi) per ritirare l’importo. Fortunati, invece, coloro che hanno l’accredito sul conto perché, di norma, riceveranno la pensione il primo giorno utile, ovvero il 1° aprile. Ecco allora nel dettaglio il calendario e come varia in base a posta e banca secondo l’INPS.
Di norma, il pagamento e il ritiro della pensione avvengono nella prima settimana di ogni mese stabilito in base a un calendario deciso dall’INPS. Fanno eccezione il 1° gennaio e il 1° maggio perché, essendo giorni festivi, il pagamento slitta al primo giorno feriale utile. La stessa cosa succede se il primo del mese è una domenica. Attenzione, però, perché riguarda solo i pensionati che ritirano l’importo in contanti allo sportello. Infatti, in caso di accredito della pensione, come detto in precedenza, l’importo è regolamento versato il 1° aprile.
Il mese di aprile 2023 chi ritira la pensione in contati dovrà recarsi presso l’ufficio postale nel giorno associato all’iniziale del proprio cognome e quindi:
I pensionati che ritirano la pensione presso lo sportello bancario, invece, dovranno presentarsi a partire da lunedì 3 aprile.
Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia e delle Finanze ha firmato il 9 novembre 2022 un decreto sulla rivalutazione dei trattamenti pensionistici (+7,3%). Sarebbe dovuti arrivare nel cedolino della pensione di marzo ma non per tutti. Infatti, chi non li ha ancora ricevuti potrebbe ritrovarsi un importo più ricco. Ma riguarderà solo gli assegni delle pensioni superiori a quattro volte il trattamento minimo, ovvero oltre 2.101,52 euro mensili.
Oltre questa soglia, la percentuale della rivalutazione subirà una gradualmente riduzione che aumenterà il reddito pensionistico.
In sintesi, ecco lo schema di rivalutazione percentuale:
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