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La riforma fiscale 2023 mira a cambiare aliquote e scaglioni Irpef: cosa cambierà per i contribuenti?

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La riforma fiscale è ad un nuovo passo importante, poiché il testo della legge delega è atteso in Consiglio dei Ministri entro la metà di questo mese. Ulteriori novità per le aliquote Irpef, cosa cambierà?

Già vi è stata recentemente un riorganizzazione e revisione delle aliquote e degli scaglioni di reddito ai fini dell’Irpef: ovviamente ci riferiamo a quanto varato dall’anteriore Governo e valevole dal primo gennaio 2022.

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Tuttavia le novità non si esauriscono con questo perché all’orizzonte troviamo una nuova formulazione del sistema Irpef – e l’ottica è sempre la stessa: razionalizzare l’intero sistema fiscale italiano, ove possibile riducendo gli oneri per i contribuenti.

Ebbene se di nuova riforma delle tasse si tratta, il testo della legge delega in materia dovrebbe giungere in Consiglio dei Ministri la prossima settimana, o comunque entro metà marzo. Questa la tabella di marcia ed è vero dunque che i lavori in tema di Irpef non sono ancora finiti, tanto che con la ripresa del cantiere della riforma fiscale si ritorna a parlare di una ulteriore diminuzione delle fasce di reddito e delle percentuali, le quali dovrebbero scendere a tre dalle quattro attuali. I dettagli.

Riforma Irpef 2023: l’obiettivo del Governo e le richieste UE

In effetti una revisione integrale del sistema tributario, oltre a rispondere a esigenze di razionalizzazione, snellimento e semplificazione di regole non sempre di agevole comprensione, è solo uno degli obiettivi del Governo. Infatti la riforma mira anche a disporre un apparato di regole coerenti con la normativa europea.

In questo periodo il cantiere riforma fiscale ha dunque ripreso i lavori a spron battuto, dopo quella crisi di Governo della scorsa estate che ha portato a nuove elezioni politiche. D’altronde serve anche dare una risposta chiara alle richieste di revisione della materia fiscale che giungono direttamente dalla UE.

In detto programma di riforma uno dei punti chiave è così il nuovo intervento sul sistema Irpef e perciò sulle modalità di calcolo dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, varata nel lontano 1973 con il DPR n. 597 e poi inglobata nel TUIR – Testo Unico delle Imposte sui Redditi.

Ricordiamo anche che a definire le aliquote, vale a dire le percentuali di tassazione come pure gli scaglioni, e dunque gli importi su cui si applicano le distinte diverse percentuali di aliquota Irpef è l’art. 11 del citato TUIR. Proprio quest’articolo è di nuovo oggetto di imminente revisione, dopo le modifiche già intervenute con la manovra 2022.

Previsto un consistente stanziamento di risorse per la riforma Irpef

Chiaramente il varo della nuova riforma fiscale imporrà un significativo stanziamento di risorse, le quali potrebbero giungere dalla revisione e dalla riduzione delle detrazioni e deduzioni, in una sorta di gioco di compensazioni. In termini pratici ciò vorrebbe dire che vi sarebbero meno bonus e agevolazioni fiscali: verrebbe ‘sgravato’ in parte il bilancio dello Stato, ma a ciò corrisponderebbe una revisione delle aliquote che – nel complesso – alleggerirebbe gli oneri per i contribuenti. La necessità di riorganizzare aliquote e scaglioni si lega infatti a quella di rivedere le tax expenditure, appunto le citate agevolazioni fiscali che riducono il prelievo ai contribuenti come detrazioni o deduzioni.

Certo il Governo dovrà fare bene i conti perché l’Irpef, lo scorso anno, ha fruttato allo Stato ben 205 miliardi di euro, dei quali 81 provenienti dai dipendenti pubblici e 85 da quelli privati. Consiste nella prima voce di entrate tributarie e dunque ogni possibile modifica andrà ben ponderata.

La nuova riforma degli scaglioni e delle aliquote Irpef potrebbe prendere forma con il lancio di tre aliquote al 23%, al 27% e al 43%. Per le casse dello Stato comporterebbe un costo stimato in circa 10 miliardi di euro.

Pertanto, il primo scaglione resterebbe tale e quale ad oggi, con il 23% fino a 15mila euro annui. Novità invece per il secondo e il terzo scaglione, i quali sarebbero di fatto uniti in uno solo da 15mila a 50mila euro con l’aliquota del 27% o del 28%. Nessuna novità anche per il terzo scaglione (sopra i 50mila euro) che sarebbe confermato al 43%.

Come accennato in apertura, per la revisione dell’Irpef sarà di riferimento comunque il testo della legge delega di riforma fiscale che come detto dovrebbe arrivare a Palazzo Chigi nei prossimi giorni. Pertanto non mancheremo di aggiornarvi sulle imminenti novità.

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