La pensione di vecchiaia spetta con 67 anni di età e 20 di contributi. Tale regola vale anche per i lavoratori del settore agricolo?
L’attuale normativa previdenziale prevede delle eccezioni per i lavoratori agricoli, per quanto riguarda i requisiti di accesso alla pensione.
La ragione consiste nel fatto che il calcolo dell’assegno è determinato “a giornate”.
Vediamo, dunque, quali sono le peculiarità per questa categoria di lavoratori, quanti contributi servono per smettere di lavorare e a quando ammonta la prestazione.
Un nostro Lettore ha chiesto chiarimenti in merito a tale quesito:
“Salve, mia moglie ha compiuto 67 anni a marzo. Ha 15 anni di contributi agricoli e una maternità fino al 1996. Può mia moglie richiedere la pensione? Vi ringrazio.”
Gli agricoli, al pari di tutti gli altri lavoratori, ottengono la pensione di vecchiaia con un’anzianità anagrafica di 67 anni ed una contributiva di 20 anni. Ci sono, però, le seguenti eccezioni:
È necessario, inoltre, che l’ammontare del trattamento sia uguale almeno a 1,5 volte l’importo annuo dell’Assegno sociale INPS (754,90 euro al mese per il 2023). Tale presupposto non è, invece, richiesto se si smette di lavorare a 71 anni (e con soli 5 anni di contribuzione).
Chi, invece, ha iniziato a versare contributi dal 1996, può ottenere il pensionamento già a 64 anni, se possiede 20 anni di contribuzione effettiva e se la cifra del trattamento pensionistico è pari ad almeno 2,8 volte l’Assegno sociale (cioè 1.409,15 euro al mese).
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Il calcolo della pensione dei lavoratori agricoli è uguale a quello dei dipendenti e degli autonomi gestiti dall’INPS. Di conseguenza, la determinazione dell’ammontare spettante varia in base alla presenza o meno di contributi entro il 31 dicembre 1995. In particolare, è utilizzato il sistema:
La particolarità delle pensioni agricole consiste nella modalità di conteggio dei contributi giornalieri. Un anno i contributi è uguale a 270 giornate annue di contribuzione effettiva, volontaria o figurativa, oppure a 156 giornate, se si tratta di pensione anticipata (non si contano le giornate di disoccupazione e malattia).
I contributi figurativi indicati in settimane sono considerati come 6 giornate per ciascuna settimana.
Se l’interessato ha più di 270 giornate lavorate in un anno, quelle eccedenti si aggiungono a quelle dell’anno successivo. In tal caso, però, è necessario avere almeno 30 giornate contributive effettive.
Chiariamo che anche i lavoratori agricoli possono beneficiare di uno dei seguenti strumenti di uscita anticipata:
Nel caso specifico della moglie del nostro gentile Lettore, segnaliamo che i lavoratori del settore agricolo possono accedere al pensionamento anche con 15 anni di contributi, se possiedono versamenti prima del 1993 (cd. Riforma Amato). Sono richiesti, però:
Se, quindi, la moglie del nostro Lettore possiede tali requisiti, può presentare domanda di pensionamento.
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