L’interpello si collega ad una richiesta di chiarimenti, effettuata dal contribuente all’Agenzia delle Entrate laddove vi siano dubbi interpretativi su una norma fiscale. L’utile strumento d’ora in avanti sarà a pagamento.
Non pochi contribuenti sanno dell’interpello e del relativo diritto. Come spiega il sito web dell’Agenzia delle Entrate, l’interpello consiste in un’istanza che il contribuente effettua nei confronti dell’Agenzia delle Entrate in un momento anteriore all’attuazione di un comportamento fiscalmente rilevante.
Grazie all’interpello il contribuente può in particolare conseguire delucidazioni in merito ad un caso concreto e personale circa l’interpretazione, all’applicazione o alla disapplicazione di regole fiscali.
Ebbene, è recentissima una notizia che non piacerà a coloro che vorrebbero rivolgersi all’Amministrazione finanziaria per l’interpello: infatti sarà addio agli interpelli fiscali gratis, perché lo strumento diverrà a pagamento. Approfondiamo di seguito quest’ultimo aggiornamento visti gli oggettivi riflessi nei rapporti contribuente – Fisco. I dettagli.
L’utilità dell’interpello è evidente in ragione del fatto che la normativa fiscale del nostro paese è molto complessa e articolata. Proprio per questo può facilmente creare dubbi interpretativi e condurre dunque a situazioni che sarebbe meglio evitare. Di fatto una normativa di ardua interpretazione:
In particolare il contribuente, se nella legge vi sono “obiettive condizioni di incertezza“, può rivolgere un quesito all’amministrazione finanziaria, la quale risponde entro 120 giorni.
In linea generale, non bisogna poi dimenticare che l’intervento dell’Amministrazione finanziaria è quasi sempre posteriore ed eventuale rispetto alla dichiarazione del contribuente, e si manifesta in un’attività di controllo e sanzione.
Ecco perché, proprio allo scopo di evitare possibili contrasti tra cittadino e Fisco, la legge italiana ha varato alcuni istituti che mirano a rendere più collaborativo il rapporto Fisco – contribuente. Ne è un esempio il citato diritto di diritto di interpello, introdotto con il cd. Statuto del contribuente. Con esso il contribuente chiarisce i propri dubbi interpretativi circa una norma fiscale, evitando così di compiere operazioni erronee che potrebbero riflettersi in modo negativo in futuro, in caso di attività di controllo fiscale.
L’ultima novità, come accennato all’inizio, è che l’interpello diverrà oggi a pagamento, costituendo un ulteriore voce di spesa o contributo che certamente non sarà assai gradito ai contribuenti.
Con il passare del tempo l’interessante istituto ha ricevuto un notevole sviluppo, tanto che abbiamo da tempo un ampliamento delle tipologie di interpello, il quale permette di attuare meglio il principio di collaborazione tra Fisco e contribuente. La novità normativa del pagamento del servizio è inclusa nell’adozione definitiva della legge delega di Riforma Fiscale, un testo che inserisce varie novità per i contribuenti – tra cui la Flat Tax per tutti.
All’interno della bozza del testo troviamo così la possibilità di domandare – ed ottenere – un interpello, a fronte di un contributo gravante sul soggetto richiedente la prestazione. Da notare che la somma non sarà fissa, ma commisurata in base alla tipologia del contribuente e del valore della questione posta nella domanda al Fisco.
Non solo. Nell’ambito del meccanismo dell’interpello troveremo anche criteri di ammissibilità ad hoc, come ad es. l’esclusione della domanda in ipotesi nella quale le Entrate abbiano già pubblicato documenti di prassi sul tema – a cui è opportuno il rinvio.
Ancora altre novità in tema di interpello perché i termini per fornire la risposta saranno sospesi nel mese di agosto e sarà dato maggior risalto allo strumento delle FAQ per risolvere i dubbi, anche attraverso l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, oggi sempre più in voga. L’aggiornamento del meccanismo dovrebbe comunque semplificare l’orientamento del contribuente, il quale da ora in avanti potrà facilmente trovare la risposta al suo dubbio attraverso il web e i servizi delle Entrate, piuttosto che con la procedura di interpello a pagamento.
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