Una doppia proroga per il Superbonus potrebbe arrivare nelle prossime settimane regalando una boccata di ossigeno per alcuni contribuenti.
Quando si parla di Superbonus la parola “fine” è sempre lontana con riferimento alle modifiche continue su decisioni appena prese.
Questa misura è nata problematica e con il tempo non si sono riuscite a colmare le lacune o gli errori iniziali e apparsi negli anni. Il Superbonus continua a far discutere, i cittadini sono in balia degli eventi e delle decisioni del Governo di turno. Con la Legge di Bilancio 2023 sono state introdotte novità importanti tanto da alterare significativamente il volto del Bonus edilizio e da far correre i cittadini desiderosi di non lasciarsi sfuggire l’opportunità di detrarre il 110% delle spese o quantomeno il 90% con cessione del credito. Poi a metà marzo una nuova rivoluzione, stop alla cessione nonché allo sconto in fattura. Ammessa solo la detrazione, e il sogno di ristrutturazione crolla in un momento per tantissime famiglie.
Ora giungono nuove notizie che parlano di due proroghe che potrebbero lasciare respirare più a lungo alcuni contribuenti. Parliamo di correttivi ai Decreti precedenti che prevedono lo slittamento di due date, due termini ultimi da rispettare. Scopriamo di più.
Il 31 marzo è il termine ultimo entro il quale comunicare le opzioni di cessione del credito e sconto in fattura all’Agenzia delle Entrate. In questo modo sarà possibile trasformare la detrazione in credito di imposta per gli interventi che lo consentono. La data segnalata, in realtà, è già una proroga. Come ogni anno, infatti, anche nel 2023 la scadenza era inizialmente fissata il giorno 16 marzo. Poi il Decreto Milleproroghe ha stabilito lo slittamento del termine ultimo a venerdì 31 marzo.
Ora, il Parlamento sta valutando di introdurre con la conversione del Decreto Cessioni una maggiore concessione di tempo ai contribuenti a fronte del pagamento di una sanzione di 250 euro entro il 30 novembre 2023. La scelta, dunque, sarebbe tra pagare questa cifra oppure far cadere la possibilità di cedere l’annualità 2022 passando alla detrazione in dichiarazione dei redditi a condizione che ci sia la giusta capienza fiscale. Il prossimo anno, invece, si potranno cedere le rate residue.
Ma il 31 marzo è la data di scadenza anche per un altro riferimento.
I contribuenti che hanno effettuato interventi agevolati con l’Ecobonus devono presentare l’asseverazione riguardante i lavori effettuati sul portale ufficiale dell’Enea entro i cinque giorni feriali antecedenti il termine del 31 marzo. Questo per dare modo all’Enea stessa di trasmettere i dettagli dei lavoro all’Agenzia delle Entrate e agevolare i controlli incrociati con le opzioni di cessione del credito e sconto in fattura. Anche le opzioni dovranno essere comunicate a brevissimo, entro il 24 marzo.
Il Superbonus 110% è stato confermato con la Legge di Bilancio 2023 per i lavori sulle villette unifamiliari a condizione che risultasse rispettato il limite del 30 settembre 2022 come termine ultimo per lo svolgimento del 30% degli interventi totali. Si è fissata, poi, come altro requisito indispensabile, la data del 31 marzo come scadenza del pagamento di tutti i lavori. Ora l’esecutivo ha in mente una proroga per consentire ai contribuenti di far fronte ai versamenti con tre mesi in più a disposizione.
L’idea, infatti, è quella di spostare la scadenza al 30 giugno 2023 tramite emendamento di sintesi. Ci sarebbe già il via libera del Governo e in giornata dovrebbe arrivare il responso finale. Se accettata la proroga, dunque, i titolari delle villette unifamiliari con SAL al 30% entro il 30 settembre 2022 potrebbero effettuare i bonifici parlanti entro il 30 giugno 2023 e approfittare del 110%. Non solo, questi stessi contribuenti potranno continuare ad usufruire della cessione del credito e dello sconto in fattura avendo iniziato i lavori prima del Decreto 11/2023 dello scorso 17 febbraio che ha bloccato le due opzioni più interessanti.
Concludiamo con una questione che interessa tanti contribuenti, i crediti saranno sbloccati? La decisione finale è ancora incerta, l’esecutivo è al lavoro per cercare di districare la matassa e forse tra poche ore conosceremo l’atteso responso. L’Abi-Ance ha suggerito di permettere l’utilizzo di una quota degli F24 intermediati dalle banche per compensare i crediti in modo tale da liberare la capacità fiscale. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze è contrario a questa proposta.
Potrebbe essere un compromesso permette alle banche di trasformare i crediti in Titoli di Stato ma esclusivamente per i nuovi acquisti e solamente se nell’impossibilità di compensarli. Infine, una terza alternativa ossia la moral suasion, un’azione persuasiva esercitata da un’autorità nei confronti di sottoposti (potenziali acquirenti) al fine di indurli all’osservazione della direttiva. Si arriverà a questo nel caso in cui non si dovessero trovare compromessi sulle modifiche da attuare.
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