Scopriamo come risolvere eventuali errori nell’estratto conto INPS con riferimento ai contributi versati o alle retribuzioni/redditi da lavoro.
Anche l’INPS può sbagliare così come il datore di lavoro. Di conseguenza può accadere di ritrovarsi con un estratto conto non veritiero.
L’estratto conto dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale è il documento contenente tutti i contributi versati dall’ente in favore del lavoratore durante la sua carriera. I versamenti figurativi, da riscatto, derivanti dal lavoro sono indicati e suddivisi in base alla Gestione di appartenenza del lavoratore stesso. L’estratto conto può essere richiesto in ogni momento anche se generalmente si attende che la propria carriera sia agli sgoccioli per effettuare un controllo. Grazie alla digitalizzazione dei servizi basterà accedere al portale ufficiale dell’INPS, inserire le credenziali digitali per entrare nell’Area personale MyINPS e procedere con una rapida consultazione della posizione contributiva nonché previdenziale.
La verifica, dunque, è gratuita e libera. Il documento può essere scaricato e stampato e qualora ci si dovesse accorgere di errori nei versamenti si potrebbe intervenire per sistemare i conti. Occorre ricordare che gli aggiornamenti sono periodici. Di conseguenza non bisognerà preoccuparsi se non dovessero risultare, ad esempio, gli ultimi due mesi di contribuzione. Diverso il caso in cui mancano anni di lavoro passati.
Esaminando l’estratto conto contributivo è possibile che il lavoratore si accorga della mancanza di specifici periodi di lavoro oppure dell’indicazione di retribuzioni o redditi inferiori rispetto a quelli realmente percepiti. Allo stesso modo può accadere che si noti il mancato accredito di particolari eventi coperti da contribuzione figurativa (ad esempio un periodo di malattia indennizzato).
Per capire come agire occorrerà individuare la causa a monte del problema. Non sempre la “colpa” è dell’INPS oppure del datore di lavoro o del committente. Il periodo mancante potrebbe riferirsi ad un episodio coperto da contributi figurativi ma solamente previa domanda da parte del lavoratore all’Istituto. Parliamo dei periodi di maternità al di fuori del rapporto di lavoro, di quelli in cui si è svolto il servizio di leve. In mancanza dell’apposita istanza si verificherà l’assenza dell’accredito dei contributi figurativi.
Considerazione analoga per altri periodi che figureranno nell’estratto conto solamente se riscattati dal cittadino solitamente a fronte di un pagamento oneroso. L’esempio è quello degli anni di studio universitario.
Una volta accertato che l’errore non è dovuto ad una propria mancanza e che il periodo lavorato è sicuramente coperto da contribuzione allora si potrà procedere con la segnalazione all’INSP. Nello specifico, il riferimento è alla segnalazione contributiva che dovrà essere presentata all’ente utilizzando l’apposito servizio telematico.
Accedendo al Fascicolo previdenziale del cittadino tramite credenziali digitali – SPID, Carta Nazionale dei Servizi, Carta di Identità Elettronica – ed entrando poi in “Posizione assicurativa” si potrà utilizzare il servizio “Segnalazione Contributiva”.
Una volta all’interno, il lavoratore dovrà compilare accuratamente i campi richiesti indicando nei dettagli il periodo mancante, la Gestione previdenziale e la tipologia di contribuzione assente scegliendo tra obbligatoria, da riscatto, figurativa e così via. Poi sarà richiesto di allegare la documentazione certificante il diritto agli accrediti contributivi e la loro misura. Come prove di tale diritto si possono caricare buste paga o ricevute di versamento.
Il datore di lavoro non ha mai versato i contributi e per questo non risultano nell’estratto conto. In questo caso, qualora la contribuzione mancante risultasse prescritta, allora il lavoratore subordinato (o con posizione previdenziale che dipende da altri soggetti) dovrebbe richiedere la costituzione di una rendita vitalizia. Condizione necessaria è poter provare l’esistenza del rapporto di lavoro tramite documento scritto con data certa.
L’errore rilevato dal dipendente pubblico comporta una procedura diversa che inizia con la segnalazione contributiva chiamata RVPA (Richiesta di Variazione della Posizione Assicurativa). Anche in questo caso bisognerà entrare nel Fascicolo previdenziale del cittadino per accedere, poi, a “Posizione assicurativa, RVPA”. Il lavoratore dovrà inviare all’INPS ogni documento e informazione – certificativo o non – per giustificare la richiesta di variazione. CU, buste paga, sentenze di conciliazione, certificazioni di servizio, ogni elemento potrà rivelarsi fondamentale per recuperare i contributi mancanti.
All’invio dell’istanza da parte del lavoratore accortosi dell’errore nell’estratto conto seguirà il responso da parte dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale. Le tempistiche non sono brevi soprattutto con riferimento all’inoltro delle RVPA. Queste tipologie di segnalazioni, infatti, sono evase nella maggior parte dei casi alla fine della carriera del dipendente pubblico. Solo prima della pensione, dunque, si potrà conoscere il responso e notare i contributi inizialmente mancanti aggiunti finalmente sull’estratto conto. In alcuni casi, quindi, può significare dover attendere molti anni prima della conferma dell’accredito della contribuzione.
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