I Fondi pensione sono un ottimo strumento per integrare l’assegno pensionistico statale. Sono davvero sicuri?
I Fondi pensione assicurano agli aderenti una determinata rendita alla fine della carriera lavorativa, incrementando la pensione erogata dall’INPS.
Si tratta di Casse che raccolgono ed investono delle somme versate dagli iscritti, nel corso della loro carriera professionale, fino al raggiungimento della pensione. La somma maturata negli anni, dunque, sarà disponibile solo dopo la maturazione dei presupposti per l’erogazione dell’assegno pensionistico.
Prima di aderire alla previdenza complementare, tuttavia, è necessario informarsi sui vantaggi e sugli eventuali pericoli.
In Redazione è giunto il seguente quesito:
“Salve, ho aperto un Fondo pensione da due anni. Con l’attuale crisi delle banche, posso stare tranquilla o rischio i soldi? Grazie.”
Aderire a un Fondo pensione può essere una scelta molto vantaggiosa, perché assicura un guadagno più o meno elevato. Permette, infatti, di ottenere due entrate differenti, una dall’INPS e l’altra dal Fondo.
Molti contribuenti, però, temono di perdere le somme versate, soprattutto a causa dell’attuale crisi economica e finanziaria.
Possiamo affermare che i Fondi pensionistici complementari sono sicuri e costituiscono la modalità principale per poter integrare l’assegno previdenziale statale. Sono, infatti, dotati di un meccanismo di controllo e vigilanza che li rende garantiti ed efficaci. Si tratta di una valida opzione soprattutto per i lavoratori più giovani, che hanno iniziato a versare i contributi previdenziali da poco.
Non bisogna, dunque, temere per i propri investimenti. Ma come funzionano tali strumenti?
Non perdere il seguente articolo: “TFR in fondo pensione: la verità perché versarlo e quali sono i rischi“.
I Fondi pensione sono destinati ai dipendenti (pubblici e privati), ai lavoratori autonomi, ai professionisti e soci di cooperative per i quali non siano previsti Fondi aziendali e ai titolari di pensione.
Non ci sono particolari limiti reddituali o requisiti da rispettare. Le somme accantonate negli anni lavorativi vengono trasformate in capitale, erogabile in un’unica soluzione oppure sotto forma di rendita mensile.
È un ottimo metodo per garantirsi una contribuzione fissa e sopperire ai drastici tagli delle pensioni. Attraverso la previdenza complementare, infatti, non si riceverà solo l’assegno da parte dell’INPS, ma anche un contributo aggiuntivo.
Consulta anche il seguente approfondimento:”Fondo pensione, come salvare il futuro ma attenzione alla regola del silenzio assenso“.
L’ordinamento previdenziale italiano stabilisce che possono creare Fondi pensione i seguenti Enti:
Ciascuna Cassa, poi, ha dei propri organi di vigilanza, che accertano che non ci siano irregolarità. C’è, poi, la cd. Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione (COVIP), che ha lo scopo di garantire la trasparenza nella gestione dei Fondi e nel loro funzionamento.
Ci sono tre tipologie di Fondi pensione. Nello specifico:
Per rispondere al dubbio della nostra Lettrice chiariamo che, se i Fondi sono garantiti dallo Stato, non c’è alcun pericolo di fallimento. Lo stabilisce l’art. 15, comma 5, del D.Lgs. 252/05, che sottolinea come “ai Fondi pensione si applica esclusivamente la disciplina dell’amministrazione straordinaria e della liquidazione coatta amministrativa, con esclusione del fallimento”.
Ovviamente, la scelta della singola Cassa a cui aderire dipende dalle specifiche esigenze del contribuente.
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