I buoni postali, i fondi pensione e il PAC sono strumenti di investimento per mettere al sicuro i propri risparmi. Ma quale conviene di più?
In molti già conoscono i Buoni fruttiferi postali (BFP), i fondi pensione e il PAC (Piano accumulo di capitale).
Si tratta di tre strumenti di investimenti nati per aiutare le persone che li sottoscrivono a gestire i propri risparmi. Però, i vantaggi dipendono dalle esigenze finanziarie delle singole persone. Infatti, un modo per scegliere al meglio è conoscere le caratteristiche di ognuno di loro.
Partiamo dai Buoni fruttiferi postali: tutti li conoscono ma un breve ripasso potrebbe essere utile. Sono titoli di debito emessi da Cassa deposito e prestiti, società all’80% dello Stato italiano. A distribuirli, però, è Poste Italiane tramite la rete capillare degli uffici postali. Possono essere sottoscritti anche online collegandosi al sito www.poste.it oppure tramite App BancoPosta.
Ci sono diverse tipologie di Buoni postali che si differenziano soprattutto per la scadenza. Questa, infatti, può variare dai 3 ai 20 anni. Il valore del Buono cresce nel tempo grazie agli interessi maturati. Alla scadenza è garantita la restituzione di tutto il capitale investito più gli interessi maturati.
I Buoni postali sono garantiti dallo Stato: ovvero, la perdita del capitale è molto bassa. Tra l’altro, poiché il tasso applicato è fisso si può conoscere in anticipo il rendimento.
D’altra parte, anche i Buoni postali presentano alcuni svantaggi. Il primo riguarda la scadenza ma soprattutto la prescrizione. Quindi, bisogna fare leggere per bene il contratto di sottoscrizione per non rischiare di perdere capitale e interessi. Il secondo svantaggio sono i tassi di interesse applicati sui Buoni. In effetti, questi sono molto bassi rispetto ad altri strumenti di investimento, come i fondi pensione. Anche il fatto di essere un titolo non flessibile potrebbe essere uno svantaggio: ciò significa che non potrò essere venduto e trasferito ad altre persone una volta acquistato.
Si tratta di uno strumento di risparmio nato per colmare il divario tra pensione pubblica e ultimo reddito percepito. In pratica, si sta parlando della contribuzione integrativa o complementare, importante per mantenere il tenore di vita futuro. I fondi pensione sono gestiti da società specializzate e possono essere offerte da banche o da istituti assicurativi. Un professionista del settore gestisce il denaro accumulato in modo da ottimizzare il rendimento.
Tre sono le tipologie di fondi pensione: fondi aperti; PIP; fondi chiusi. I lavoratori dipendenti possono scegliere di versare al fondo una parte del TFR maturato nel corso della loro vita lavorativa. Raggiunta l’età della pensione, i rendimenti saranno erogati come pensione integrativa affiancando la pensione INPS.
Numerosi sono i vantaggi. I lavoratori possono sceglie non solo il fondo pensione al quale aderire ma anche il livello di contributi da versare. Contribuiti che sono deducibili dal reddito imponibile riducendo l’onere fiscale, fino a un importo massimo annuo pari ai 5.164,57 euro.
Inoltre, ci sono alcuni casi in cui anche il datore di lavoro potrebbe versare dei contribuiti aggiuntivi nel fondo pensione del dipendente. In caso di necessità, come l’acquisto di una casa o per finanziare gli studi, è possibile riscattare o richiedere un anticipo della pensione integrativa.
Ecco gli svantaggi:
Il Piano di accumulo di capitale (PAC) è una tipologia di investimento che permette di accedere a strumenti finanziari particolari. Ad esempio, ai fondi di investimento o agli EFT attraverso versamenti periodici di denaro. In pratica, tramite questo strumento l’investimento automatico, periodico e costante è possibile contare su un pagamento frazionato. La durata del PAC varia da un anno a massimo 40 anni.
Il maggiore vantaggio è nella mancata influenza dei mercati finanziaria sull’investimento. A preoccupare potrebbe essere il maggiore limite riscontrato sul PAC: l’acquisito di nuove quote con il tempo potrebbe incidere sul prezzo medio dell’investimento. La conseguenza è l’aumento del rischio di perdita finanziaria.
Ma quale è il più conveniente? Dipende da vari fattori, come le specifiche esigenze e gli obiettivi dell’investitore. Ed è proprio da qui che bisognerà partire per poi scegliere lo strumento più conveniente. Si consiglia, però di rivolgersi a professionisti del settore per non rischiare di commettere errori e perdere il proprio denaro.
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