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Pensioni

Come anticipare la pensione nel 2023 con i nuovi scivoli: metodi e tempi di liquidazione

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Ambire al pensionamento nel 2023 è un sogno non sempre realizzabile. Bisognerà avere la giusta combinazione tra requisiti anagrafici e contributivi.

Il sistema pensionistico italiano include diversi scivoli di pensionamento, ognuno con svariati requisiti da rispettare.

InformazioneOggi.it

In redazione è giunto un quesito. “Lavoro da 30 anni nella Pubblica Amministrazione e ho 58 anni di età. Per vari motivi vorrei andare in pensione. Non c’è una possibilità oltre quelle previste e in caso di risposta affermativa quando potrà avere la liquidazione?“.

L’incertezza della lettrice apre una grande parentesi sulle opzioni di pensionamento attualmente attive in Italia. Si tratta di formule che presuppongono, come accennato, la soddisfazione di requisiti contributivi e/o anagrafici più altre condizioni come, ad esempio, la categoria di appartenenza. La mappa include diverse strade da intraprendere ma i lavoratori sperano che la ramificazione possa diventare ancora maggiore e, soprattutto, che includa scivoli strutturali e flessibili più convenienti. Non dobbiamo scordare, infatti, che scegliendo l’uscita anticipata dal mondo del lavoro si dovrà accettare una riduzione dell’importo sull’assegno pensionistico a causa del minor numero di anni di contributi versati.

Dal quesito si evince che la lettrice ha 58 anni di età e 30 anni di contribuzione. Vediamo se ci sono scivoli pensionistici di cui approfittare.

Il pensionamento nel 2023, le strade da percorrere

In Italia la pensione di vecchiaia si raggiunge a 67 anni di età con venti anni minimi di contributi versati. Questo lo scivolo diretto più conveniente per il pensionamento di ogni lavoratore. Ogni altra formula è considerata pensione anticipata e sarà riservata solamente ad alcuni cittadini che soddisferanno specifiche condizioni ristrettive.

Pensione anticipata ordinaria e contributiva

I lavoratori che accumulano 42 anni e dieci mesi di contributi se uomini e 41 anni e dieci mesi se donne possono lasciare il lavoro indipendentemente dall’età anagrafica con la pensione anticipata ordinaria. La decorrenza del primo rateo è pari a tre mesi dalla maturazione dei requisiti di pensionamento sia nel settore pubblico che privato.

La pensione contributiva, invece, consente il pensionamento a 64 anni di età con 20 di contribuzione a condizione che l’importo della pensione sia almeno 2,8 volte il valore dell’assegno sociale. Non è prevista finestra mobile.

Pensione per lavori usuranti

Chi svolge mansioni rischiose o difficoltose (lavori usuranti) può lasciare il lavoro raggiungendo la pensione di vecchiaia a 61 anni e sette mesi a condizione che si siano accumulati almeno 35 anni di contributi e non siano percettori dell’APE Sociale. La decorrenza è immediata, dal primo giorno del mese successivo alla maturazione dei requisiti.

Pensionamento per i precoci

I lavoratori che hanno accumulato almeno dodici mesi di contribuzione prima del compimento dei 19 anni possono andare in pensione con 41 anni di contributi. Dovranno, però, appartenere ad una delle categorie dell’APE Sociale ossia essere

  • invalidi almeno al 74%,
  • caregiver da almeno sei mesi,
  • disoccupati,
  • addetti alle mansioni gravose.

APE Sociale

Si tratta di un’indennità erogata agli appartenenti alle categorie citate per la pensione per i precoci fino alla maturazione dei requisiti di accesso alla pensione di vecchiaia. L’importo non potrà essere superiore a 1.500 euro e non prevede l’erogazione della tredicesima. L‘APE Sociale richiede il compimento dei 63 anni di età e 30 anni di contributi (36 per gli addetti alle mansioni gravose).

Quota 103, 100 e 102

Tra gli scivoli pensionistici troviamo tre Quote. Quota 100 e Quota 102 non sono più attive ma per la cristallizzazione del diritto possono essere utilizzate da chi ha maturato i requisiti entro la scadenza della misura ossia

  • 62 anni di età e 38 di contribuzione entro il 31 dicembre 2021 per Quota 100,
  • 64 anni di età e 38 di contribuzione entro il 31 dicembre 2022 per Quota 102.

Quota 103, invece, è stata introdotta per l’anno in corso dalla Legge di Bilancio 2023. Richiede il raggiungimento di 62 anni di età e 41 di contribuzione entro il 31 dicembre 2023 per poter lasciare il lavoro. La finestra mobile è di sei mesi.

Pensione di vecchiaia contributiva

Lo scivolo è concesso al raggiungimento dei 71 anni di età con cinque anni minimi di contribuzione effettiva. Non è prevista nessuna finestra mobile.

Il pensionamento con Opzione Donna

Le lavoratrici possono andare in pensione con Opzione Donna se risultano

  • caregiver da almeno sei mesi,
  • invalide al 74%,
  • disoccupate o impiegate presso aziende che hanno dichiarato lo stato di crisi.

Il requisito anagrafico è di 60 anni se non si hanno figli, 59 anni con un figlio e 58 con due figli. Il requisito contributivo è di 35 anni di versamenti. La finestra mobile è di dodici mesi per le dipendenti e diciotto mesi per le autonome.

La Rendita Integrativa Temporanea Anticipata

Riprendendo il quesito della lettrice con 58 anni di età e 30 di contribuzione non si hanno scivoli a disposizione per il pensionamento nel 2023. L’opzione da valutare rimane la RITA, Rendita Integrativa Temporanea Anticipata.

Si tratta dell’erogazione frazionata del montante accumulato dal lavoratore aderente ad una forma pensionistica. In questo modo si riceverà una rendita mensile fino alla maturazione dei requisiti di accesso alla pensione di vecchiaia. Per avere accesso alla RITA occorrerà, però, soddisfare alcuni requisiti

  • la cessazione dell’attività lavorativa,
  • il raggiungimento dei 67 anni entro i cinque anni successivi alla cessazione del rapporto di lavoro (il nostro lettore dovrebbe attendere ancora quattro anni),
  • venti anni di contributi versati nei Regimi obbligatori di appartenenza,
  • cinque anni di partecipazione alla previdenza complementare.

In alternativa sarebbero accettate queste condizioni:

  • la cessazione dell’attività lavorativa,
  • l’inoccupazione dopo la fine di un rapporto di lavoro per un periodo minimo di 24 mesi,
  • il compimento dei 67 anni di età nei dieci anni successivi al raggiungimento del periodo minimo di inoccupazione,
  • cinque anni di partecipazione alla previdenza complementare.

Tempi di pagamento del TFS dopo il pensionamento

Terminato un rapporto di lavoro, i dipendenti hanno diritto al

  • Trattamento di Fine Servizio se appartenenti al settore pubblico assunti a tempo indeterminato prima del 31 dicembre 2000,
  • Trattamento di Fine Rapporto se dipendenti privati o pubblici assunti dopo il 31 dicembre 2000.

Il TFR ha tempi di liquidazione più veloci. Tra i 45 e i 365 giorni dalla fine del rapporto di lavoro. Il TFS, invece, richiede tempistiche più lunghe.

  • dodici mesi in caso di raggiungimento della pensione di vecchiaia,
  • 24 mesi in caso di cessazione del rapporto di lavoro per dimissioni volontarie,
  • 105 giorni in caso di decesso del lavoratore o di fine rapporto per inabilità,
  • cinque anni per pensionamento con una Quota.

Se hai dubbi o vuoi porre una domanda di carattere previdenziale, fiscale e legge 104, invia qui il tuo quesito.

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