I rimborsi fiscali del sostituto d’imposta o dell’Agenzia delle Entrate seguono tempistiche definite con riferimento al modello 730 per la dichiarazione dei redditi.
L’apertura della campagna della dichiarazione precompilata inizierà a breve, meglio conoscere le date da segnare sul calendario.
Come ogni anno i contribuenti si apprestano a presentare la dichiarazione dei redditi mediante modello 730. Possono agire in autonomia inviando il prospetto precompilato oppure possono rivolgersi a CAF e patronati per lasciarsi guidare nella compilazione. Qualunque sia la scelta, sarà necessario avere a portata di mano un lungo elenco di documenti. Nel 730, infatti, andranno inserite informazioni anagrafiche e reddituali del richiedente e del coniuge qualora si presentasse un unico modello. Carte di identità dei familiari, dichiarazione dei redditi dell’anno precedente, quietanze di pagamento e scontrini delle spese da detrarre e dedurre, contratti di locazione, successioni e donazioni sono alcuni dei documenti necessari per la corretta compilazione del 730.
Presentando la dichiarazione, il contribuente potrebbe ricevere un rimborso dell’imposta direttamente in busta paga o sulla pensione già a partire da luglio/agosto. Nel caso in cui, invece, dovesse versare delle somme, queste sarebbero direttamente trattenute dalla retribuzione o dal cedolino pensionistico. Da cosa dipendono i tempi di pagamento dei rimborsi fiscali?
L’Agenzia delle Entrate metterà a disposizione dei contribuenti il modello 730 precompilato a partire dal 30 aprile 2023. Ogni utente potrà avervi accesso entrando sul portale dell’INPS tramite credenziali digitali – SPID, Carta Nazionale dei Servizi o Carta di Identità Elettronica.
Le tempistiche di inoltro sono fondamentali. Prima si procederà con la compilazione prima si otterranno i rimborsi fiscali. Ecco perché l’utilizzo del prospetto precompilato si rivela un’opportunità importante. Al contribuente basterà visionare i dati già inseriti dall’AdE e accettare il modello se corretto oppure modificarlo inserendo nuove informazioni o rettificando i dati errati.
Se l’idea è quella di richiedere l’aiuto a CAF e patronati per avere la certezza di non commettere sbagli nella compilazione, il consiglio è di prendere appuntamento fin da subito. Tra poche settimane ci sarà un vero e proprio assalto ai centri di assistenza e si correrebbe il rischio di dover attendere anche mesi prima dell’appuntamento. Significherebbe ritardare i tempi dei rimborsi fiscali.
I contribuenti inizieranno a ricevere i rimborsi IRPEF o riguardanti la cedolare secca oppure a vedersi trattenute le somme o le rate di importi a debito a partire dal mese di luglio. Nello specifico, saranno i lavoratori che hanno inoltrato la dichiarazione dei redditi entro metà giugno a ricevere per primi i rimborsi fiscali. I pensionati, invece, dovranno attendere agosto dato che per l’erogazione passano due mesi circa dall’inoltro del modello 730.
Più si ritarda con l’invio, dunque, più tardi si riceveranno le somme spettanti. In ogni caso il termine ultimo è il 2 ottobre 2023 (il 30 settembre, infatti, cade di sabato). Aspettando il termine ultimo, il rimborso arriverà solamente a novembre.
Le tempistiche saranno più lunghe in caso di rimborso oneroso, sopra i 4 mila euro. I contribuenti potrebbero dover attendere il mese di dicembre se non addirittura l’anno nuovo.
I cittadini devono sapere che il sostituto di imposta non eseguirà il versamento del debito o del rimborso del credito di ogni imposta o addizionale qualora l’importo in dichiarazione risultasse pari o inferiore a 12 euro.
Inoltre, qualora la retribuzione o pensione erogata nel mese di rimborso risultasse insufficiente, la parte residua verrebbe maggiorata dell’interesse legato all’incapienza (0,4%) e trattenuta nei mesi successivi fino al termine del periodo di imposta.
L’Agenzia delle Entrate può effettuare controlli sulla dichiarazione
Dalle verifiche potrebbe risultare un rimborso differente da quello inizialmente calcolato – maggiore o inferiore – oppure uguale. L’erogazione avverrà
Se il contribuente non dovesse essere titolare di un conto corrente l’Agenzia delle Entrate precederebbe con il pagamento tramite titoli di credito a copertura garantita ossia assegni vidimati. Questi saranno emessi da Poste Italiane e inviati tramite raccomandata al contribuente. Il destinatario, poi, avrà 60 giorni di tempo dalla data di emissione per presentare l’assegno e incassarlo in contanti presso un Ufficio Postale.
Per tutti gli altri contribuenti, invece, l’erogazione dei rimborsi fiscali – che abbiamo detto avverrà dopo circa un mese dalla presentazione della domanda per i lavoratori e dopo due mesi per i pensionati – avverrà direttamente sul conto bancario o postale fornito all’Agenzia delle Entrate oppure sul cedolino della pensione o sulla busta paga.
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