Possibile che mangiare l’Avena possa “guarire” da condizioni di salute pericolose? Ecco cosa dicono gli esperti in merito a questo cereale.
L’Avena è un cereale “dimenticato”: presente nella dieta quotidiana fino a pochi decenni fa, adesso è quasi scomparsa dalle nostre tavole. Ma è un vero peccato perché offre azioni benefiche paragonabili ad alcuni farmaci.
Ovviamente, quando si parla di effetti sull’organismo, dobbiamo tenere in considerazione le valutazioni degli esperti, e “prendere con le pinze” determinate affermazioni. Ma di seguito elenchiamo tutta una serie di scoperte scientifiche inerenti l’Avena che portano ad una comprensibile conclusione: aggiungerla alla nostra dieta, salvo intolleranze soggettive, può fare altro che bene.
L’avena (il cui nome scientifico è Avena sativa) è una pianta della famiglia delle graminacee originaria dell’Asia Minore, un cereale i cui chicchi sono colmi di sostanze nutritive e benefiche per l’organismo. Ad oggi viene usata prevalentemente per l’alimentazione animale, ma fino a qualche decennio fa era presente nella dieta degli umani e considerata al pari di un medicinale.
Una delle sue peculiarità risiede nel fatto che a differenza di altri cereali, oltre a fornire tanti carboidrati e proteine, conserva crusca e germe anche dopo la lavorazione, e dunque rimane ricca di nutrienti. Tra i principali troviamo anche le Vitamine del Gruppo B, Calcio, Magnesio, Fosforo e Zinco, vanta praticamente niente Sodio e un apporto significativo di Fibre. Dunque già da questo possiamo evincere che ci troviamo di fronte ad un ottimo alimento.
Ricordiamo anche che l’Avena non contiene Glutine, ed è per questo che comincia ad essere apprezzata: sempre più persone sono intolleranti, anche se chi soffre di celiachia deve comunque consultare uno specialista nel caso voglia mangiare Avena. Sicuramente questo cereale integrale fa bene alle funzioni intestinali, grazie all’alto apporto di fibre, ma secondo molti esperti offre molte altre azioni benefiche all’organismo.
Come anticipato poco sopra, l’Avena offre ottime quantità di fibre, ma ne contengono di un tipo particolare: parliamo dei beta-glucani, una forma di fibra solubile che secondo numerosi studi e pareri scientifici aiuterebbe a ridurre il colesterolo “cattivo”, e dunque prevenire Ictus e Infarti.
Nel decennio scorso sia EFSA (L’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) che la Food & drug administration hanno esaminato diversi studi e hanno concluso che una determinata quantità giornaliera di beta-glucani può ridurre il colesterolo nel sangue. Ovviamente, ci vogliono grandi quantità di Avena per arrivare a quei livelli, però mangiarla tale e quale può sicuramente apportarne una dose benefica per l’organismo.
Dobbiamo poi considerare il fatto che le fibre dell’Avena hanno azione prebiotica, e proteggono la salute intestinale. Ricordiamo che numerosi studi hanno classificato l’intestino come un “secondo cervello” e come apparato attraverso il quale si innescano le difese immunitarie. Dunque un intestino sano è conseguentemente sinonimo di salute generale di tutto l’organismo.
Andando poi a sviscerare altre proprietà benefiche dell’Avena, scopriamo che dona un importante senso di sazietà, grazie al potere delle speciali fibre di cui abbiamo parlato finora. Questo significa che può essere preferita ad altri cereali in caso si voglia perdere peso, o comunque se vogliamo mantenerci in forma.
Passiamo ad un altro problema di salute molto diffuso, ovvero la glicemia alta nel sangue, che può portare a manifestare il Diabete. Ebbene, secondo alcuni esperti, i cui pareri sono pubblicati su Nutrictionfacts, il consumo di Avena può aiutare a contrastare l’aumento della glicemia e ad aumentare la sensibilità all’insulina.
Alcuni team di ricercatori stanno inoltre cercando di capire se le sostanze benefiche contenute nell’Avena, come ad esempio flavonoidi e steroli, siano davvero in grado di prevenire alcuni tipi di tumore e a rinforzare le difese immunitarie.
In conclusione, sicuramente l’Avena è un cereale da riscoprire e aggiungere alla dieta; salvo intolleranze soggettive, può fare altro che bene alla salute.
(le informazioni presenti in questo articolo hanno esclusivamente scopo divulgativo e riguardano studi scientifici o pubblicazioni su riviste mediche. Pertanto, non sostituiscono il consulto del medico o dello specialista, e non devono essere considerate per formulare trattamenti o diagnosi)
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