Scopriamo come si calcola la pensione per i lavoratori autonomi con Partita IVA procedendo con una simulazione.
Professionisti e autonomi sono curiosi di capire a quanto ammonterà la loro pensione futura.
I lavoratori con la Partita IVA si sentono abbandonati dallo Stato. Non hanno le stesse tutele di cui godono i dipendenti quando invece sono minacciati costantemente dall’assenza di una stabilità economica garantita. Le mancanze governative generano ansie e perplessità negli autonomi e professionisti. Se aggiungiamo, in più, il pensiero dell’importo pensionistico concludiamo un quadro di timori e paure per il futuro.
A quanto ammonterà l’assegno pensionistico per chi ha una Partita IVA? La preoccupazione di avere anche in questo contesto degli svantaggi è giustificata?
Premettiamo che il momento più idoneo per il pensionamento di una Partita IVA è il compimento dei 67 anni di età con almeno venti anni di contributi maturati (pensione di vecchiaia). In alternativa si può lasciare il lavoro con 41 anni e dieci mesi di contribuzione se donne o 42 anni e dieci mesi se uomini (pensione anticipata ordinaria).
In base alla Gestione di appartenenza, poi, occorrerà tener conto di specifiche regole da seguire. L’accesso alle varie formule flessibili di pensionamento, per la precisione, può essere vincolato o libero a seconda che si appartenga
Tra Casse e Gestioni ci sono sistemi di contribuzione differenti. Le prime seguono un proprio regolamento, le seconde tengono conto di percentuali da versare sul reddito imponibile decide annualmente.
Le Partite IVA aderenti al regime forfettario possono richiedere una riduzione del 35% del contributi da versare all’INPS. La Gestione Separata prevede nel 2023 le aliquote del
Artigiani e commercianti devono versare una contribuzione minima calcolando i contributi sulla parte eccedente. Le aliquote di riferimento sono
Le aliquote per la Gestione Commercianti sono
I sistemi di calcolo sono
Gli autonomi con Partita IVA devono calcolare inizialmente il montante contributivo. Parliamo della somma dei contributi versati nel corso degli anni di lavoro svolto che terrà conto del tasso annuo di capitalizzazione definito dall’ISTAT sulla base della variazione del PIL dei cinque anni precedenti al pensionamento.
Al montante contributivo andrà applicato, poi, il coefficiente di trasformazione che varia in base all’età del richiedente. Dividendo per tredici il risultato si conoscerà l’importo mensile dell’assegno pensionistico.
La parte retributiva tiene conto di due quote
In generale, la pensione di chi è titolare di una Partita IVA dipenderà dall’anzianità contributiva, dalla Cassa di appartenenze nonché dal numero di contributi maturati e dall’età in cui si va in pensione. La stima è di un assegno pensionistico pari al 35/45% rispetto l’ultima retribuzione percepita.
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