Cosa hanno a che fare Igiene Orale, Cuore e Ipertensione arteriosa? Ce lo spiegano gli esperti dopo numerosi studi.
L’igiene orale viene interpretata come qualcosa che riguarda solamente denti e gengive, ma in realtà i problemi alla bocca causano altre patologie.
Siamo abituati a sentir parlare delle varie malattie come di qualcosa a sé stante e di conseguenza ad adottare quei comportamenti o terapie utili a stare meglio. In realtà non è la prima volta che una patologia è correlata alla comparsa di altre malattie, e il caso dell’igiene orale si aggiunge a suddette casistiche. Forse però l’argomento è un po’ meno conosciuto.
In questo articolo allora andiamo a capire come mai una buona igiene orale ci salva non solo da carie o gengiviti, ma potenzialmente anche da Infarti e Ictus.
Iniziamo subito col ricordare che la Parodontite è una delle tante problematiche che possono interessare il cavo orale. Si tratta di un’infiammazione di origine batterica che mina l’equilibrio e la salute delle gengive. Dapprima a livello superficiale, poi aggredendo i denti sempre più in profondità, nei legamenti parodontali e ossa alveolari, andando a compromettere la stabilità dei denti stessi.
Se l’infezione non viene curata, comporta altri disturbi che vanno dal sanguinamento gengivale fino alla comparsa di ascessi con pus e spostamento dei denti dalla loro sede. Le cause della parodontite sono da individuarsi in diversi fattori, tra cui anche l’ereditarietà, ma concorrono alla comparsa di questa patologia numerose altre condizioni, tra cui:
Se ne evince che la parodontite può manifestarsi molto più spesso di quanto si creda, e infatti colpisce tantissime persone, ad ogni età, anche se in prevalenza nella fase adulta.
Una delle armi più efficaci per combattere la parodontite resta sempre la prevenzione, così come la cura tempestiva in caso di diagnosi. Mantenere in salute l’apparato orale, oltre a evitare i disagi sopra descritti, serve anche a ridurre il rischio di malattie cardiovascolari. Numerosi studi, infatti, stanno via via dimostrando che chi non ha la bocca in salute soffre anche di problemi cardiaci, e non solo.
Ad arricchire la già presente ampia gamma di studi che vedono la parodontite come rischio per il cuore si aggiunge un recente un report pubblicato dalla Società italiana di parodontologia e implantologia (SIdP), e dalla Società italiana di ipertensione arteriosa (Siia): secondo gli esperti, “L’ipertensione colpisce dal 30 al 45% della popolazione adulta, oltre 20 milioni di persone in Italia, ed è tra le cause principali di mortalità per infarto e ictus. Allo stesso modo la parodontite riguarda oltra il 50% degli individui, più di 30 milioni nel nostro Paese, e si associa ad un rischio più elevato di soffrire di pressione alta che, nei casi di parodontite grave, può addirittura raddoppiare“.
Un recente studio ha dimostrato che curare tempestivamente la parodontite abbassa la pressione di 11 punti, un risultato migliore rispetto a quello – ad esempio – della riduzione del Sale nella dieta.
Lo studio è stato effettuato su 100 pazienti ipertesi con malattie delle gengive: la metà di essi è stata sottoposta a “igiene sopra e sottogengivale cioè a pulizia profonda delle tasche e igiene orale professionale“, mentre l’altra metà ha ricevuto una igiene orale superficiale.
Davide Pietropaoli, autore dello studio e ricercatore all’Università dell’Aquila, ha poi concluso quanto segue: “Trascorsi due mesi, nel gruppo test di igiene sopra e sotto gengivale, il trattamento paradontale ha determinato un beneficio di 11 punti in meno della pressione arteriosa, con un’efficacia maggiore del doppio della dieta iposodica“.
Alla base dei rischi cardiovascolari c’è dunque lo stato perenne di infiammazione, che se curato in tempo può limitare i potenziali danni. Da questo studio possiamo comprendere, dunque, che la nostra salute non dipende sempre e solamente da una predisposizione ereditaria o dalle abitudini, ma da tanti fattori che sono sempre accomunati.
(le informazioni presenti in questo articolo hanno esclusivamente scopo divulgativo e riguardano studi scientifici o pubblicazioni su riviste mediche. Pertanto, non sostituiscono il consulto del medico o dello specialista, e non devono essere considerate per formulare trattamenti o diagnosi)
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