Il ruolo del caregiver è di fondamentale importanza, perché si occupa della cura e dell’assistenza di familiari anziani e disabili.
In Italia, la figura del caregiver familiare non ha un riconoscimento giuridico né una specifica tutela legislativa.
Negli anni, si è cercato di riparare a tale lacuna, tramite disegni e proposte di legge, con lo scopo di definire il ruolo e i diritti di tale categoria. In particolare, sono tre le iniziative più significative. Analizziamole, nel dettaglio, e vediamo chi è e cosa fa il caregiver.
In Redazione è giunto tale quesito:
“Salve, vorrei sapere come fare per dichiarare mia moglie caregiver. Sono pensionato ed usufruisco della Legge 104, art. 3, comma 3, con assegno di accompagnamento. Mia moglie non lavora e, quindi, mi assiste 24 al giorno. Vi ringrazio per l’eventuale risposta.”
Il caregiver familiare è colui che, a titolo gratuito, presta assistenza, in maniera continuativa, ad un familiare non autosufficiente, affetto da disabilità grave.
Si tratta di un ruolo particolarmente importante, che si traduce, nella pratica nello svolgimento dei seguenti compiti:
Nonostante i compiti svolti dal caregiver siano particolarmente faticosi, in Italia, a differenza della maggior parte dei Paesi europei, tale figura non ha un riconoscimento giuridico né una specifica tutela. Questo, ovviamente, penalizza tutti coloro che si occupano dei familiari disabili, soprattutto nei casi più gravi.
Le problematiche da affrontare sono svariate e innumerevoli e possono sfociare in situazioni di disagio, sofferenza e solitudine, a causa del sovraccarico di responsabilità e, molto spesso, per le difficoltà economiche derivanti dalla mancanza di idonee misure di sostegno.
Per questo motivo, negli ultimi anni, ci sono state una serie di iniziative, finalizzate a fare luce su questo tema. Per esempio, il 17 settembre 2015, la Commissione petizioni del Parlamento europeo ha raccolto la denuncia delle violazioni dei diritti umani dei caregivers familiari italiani, esortando il Governo a predisporre dei rimedi.
Sono stati, dunque, presentati dei Disegni e delle Proposte di Legge, per richiedere il riconoscimento giuridico di tale figura.
Il primo testo è il Disegno di Legge n. 2128 del 5 novembre 2015, il cd. Disegno di Legge Bignami. Si compone di 7 articoli.
È, innanzitutto, definita la figura del caregiver, riservata, però, solo a coloro ai conviventi che hanno un legame familiare o un’affinità entro il secondo grado con il disabile. Tale nozione, tuttavia, alla luce della Legge n. 76/2016 sulla regolamentazione delle unioni civili e della convivenza, è superata.
Il progetto di legge, inoltre, fissa a 54 le ore settimanali minime di assistenza e concede al caregiver familiare le seguenti agevolazioni:
La Proposta di Legge n. 3414 del 10 novembre 2015, invece, si compone di 8 articoli complessivi.
Tale disegno, purtroppo, presenta numerose criticità, a partire dalla definizione che si da a chi si occupa di un disabile. Quest’ultimo, infatti, viene designato con l’espressione “persona cara”, anziché “persona con disabilità”. Non vengono, inoltre, indicati il numero di ore di assistenza né i criteri oggettivi per accertare le modalità di tale assistenza.
Per quanto riguarda le tutele, il Disegno di Legge Iori prevede:
Il 12 gennaio 2016, presso la Camera dei Deputati è stata presentata la Proposta di Legge n. 3527, suddivisa in 9 articoli. Non prevede, purtroppo, delle sostanziali differenze con i disegni precedenti, soprattutto per la definizione di caregiver familiare. Viene, infatti, ancora definito come colui che presta assistenza ad una “persona cara”.
Tale scelta lessicale è inconcepibile, perché rifiuta il riconoscimento della persona disabile come un soggetto di diritto, contrassegnandolo come mero destinatario di affettuose cure familiari.
Il Disegno di Legge n. 2266 del 2 marzo 2016 è composto da 9 articoli e contiene un’interessante definizione di caregiver familiare. È, infatti, descritto come “chi volontariamente, in modo gratuito e responsabile, si prende cura di una persona non autosufficiente o, comunque, in condizioni di necessario ausilio di lunga durata, non in grado di prendersi cura di sé”.
L’art. 3 della proposta, inoltre, prevede il riconoscimento giuridico di tale figura, finalizzato all’erogazione di sussidi economici e di supporti sociali e sanitari, necessari per affrontare eventuali difficoltà. Tra le agevolazioni, rientrano la flessibilità dell’orario lavorativo e i permessi retribuiti. Dovrebbero, inoltre, essere predisposti, tramite i Centri per l’Impiego, programmi di collocazione e ricollocazione, destinati esclusivamente a coloro che si occupano della cura di familiari disabili gravi.
Il progetto di legge prevede anche la “Giornata nazionale del caregiver familiare, da celebrare ogni anno l’ultimo sabato del mese di maggio”. Infine, l’art. 9 stabilisce lo stanziamento di 15 milioni di euro all’anno, da destinare alle esigenze di chi si occupa dell’assistenza altrui. Si tratta, però, di una cifra molto esigua, se suddivisa tra le varie Regioni.
La richiesta del nostro gentile Lettore ci appare sensata, ma alla luce ci quanto abbiamo specificato, attualmente i caregivers italiani non hanno ufficiale riconoscimento giuridico. Ci sono, in ambito lavorativo, alcune agevolazioni, previste dalla Legge 104, come i permessi retribuiti mensili, il congedo straordinario, la scelta della sede di lavoro e il rifiuto al trasferimento, ma tali misure non sono sufficienti.
Si spera, dunque, che in futuro vengano predisposte tutele più efficaci, che assicurino un’effettiva salvaguardia di tale categoria.
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