La F1 di oggi è uno sport differente dal passato, anche parlando di terminologie. Ecco il significato della parola undercut e quando si usa.
Il mondiale di F1 ha raggiunto livelli di popolarità clamorosi negli ultimi anni, ma c’è da dire che il vero appassionato è ormai messo da parte. Infatti, l’obiettivo del Circus firmato da Stefano Domenicali e da Liberty Media è quello di creare caos e spettacolo senza guardare in faccia nessuno, come si è visto nel Gran Premio d’Australia.
La F1 di oggi potrà avere anche raggiunto un successo mai conosciuto in passato, ma per farlo si è dovuta snaturare del tutto. Quest’oggi, vi parleremo della questione gomme, e di come si possono sfruttare le strategie per cercare di strappare una posizione ad un avversario.
Il termine undercut è entrato nel vocabolario della F1 a partire dal 2011, ed indica un qualcosa di molto semplice: il pilota che sta seguendo un rivale da vicino, si ferma ai box in anticipo e montando le gomme nuove con più grip cerca di superarlo. La maggior parte delle volte, questo accade con successo, visto che può esserci una differenza pari anche ad un secondo quando viene montato un set più fresco.
A quel punto, chi è rimasto in pista ha due soluzioni differenti. Può cercare di riavvicinarsi una volta presa la posizione e giocarsela al pit-stop successivo, oppure cambia del tutto la propria strategia, allungando lo stint e cercando di effettuare una sosta in meno, o contando sulle gomme più fresche alla fine della gara.
Va detto che su questa tipologia di strategia ci sono state molte critiche attorno al mondo della F1 negli ultimi anni, perché ormai si tratta di una formula gomme. Quando c’erano i rifornimenti, invece, c’era molta più varietà, perché adesso le tattiche sono quasi del tutto obbligate, ed una gomma nuova fa troppa differenza.
La Pirelli, anche sotto richiesta della FIA, ha realizzato delle gomme che, quando sono del tutto nuove, possono fornire vantaggi prestazionali enormi, mentre ai tempi della Bridgestone e della Michelin non era così. Infatti, all’epoca si aveva un vantaggio fermandosi più tardi e con i serbatoi scarichi di carburante, nonostante una gomma più usurata.
Tante vittorie del grande Michael Schumacher sono maturate in questo modo, con le geniali tattiche di Ross Brawn che facevano leva sull’impressionante ritmo gara che il tedesco riusciva a trovare quando era in zona pit-stop. Ora, invece, tutto ciò è impossibile, e va detto che la gestione Pirelli non ha fatto troppo felici i fan del Circus in queste ultime stagioni, per una serie di motivi.
Come vedremo nelle prossime righe, dal 2025 le cose potrebbero cambiare, per via dell’agognato ritorno proprio della Bridgestone, che avrebbe deciso di sfidare la Pirelli per la fornitura delle coperture. Le discussioni sulla questione sono aperte, ma è chiaro che un cambiamento di passo ci vorrebbe dopo quanto accaduto in questi anni.
La F1 moderna, quella in cui le gomme sono fornite dalla Pirelli, è molto diversa da quella che conoscevamo, ma in molti sperano che le cose possano cambiare. La Bridgestone, che ha fatto parte del Circus dal 1998 al 2010, regalandoci anno molto spettacolari e dure battaglie con la Michelin, si è infatti iscritta al bando della FIA per fornire gli pneumatici tra il 2025 ed il 2027.
Per il momento, sono iscritte solamente il costruttore giapponese e quello milanese, ma c’è da sottolineare che non si potrà avere una guerra tra gommisti. Infatti, la FIA persegue la strada del monogomma, e quindi, solo una tra le due potrà prevalere per fornire il Circus tra tre anni.
Con ogni rispetto per un marchio che è italiano come la Pirelli, molte cose non ci sono piaciute nel corso di questi anni. Per prima cosa, il test segreto fatto dalla Mercedes nel 2013 si è retto sulla collaborazione con questo marchio, ed una cosa del genere non può passare inosservata.
Anche nel 2018 vennero cambiate le gomme secondo le direttive del team di Brackley, mentre nel 2013 successe una cosa del genere che andò a vantaggio della Red Bull e del tutto contro la Ferrari. Un cambiamento, dopo vicende così poco chiare, sarebbe sacrosanto, anche per raccontarci, magari, una storia diversa.
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