Possibile che l’Herpes e le comuni infezioni possano danneggiare il cervello fino a causare demenza? Lo studio scioccante.
Alcuni test effettuati dai ricercatori sembrano indicare una stretta correlazione tra infezioni (dovute a malattie comunissime) e demenza cerebrale.
Fino ad oggi l’Alzheimer era considerata una malattia dell’età avanzata, ma gli ultimi studi stanno aprendo scenari davvero inquietanti. Ovvero, potenzialmente ognuno di noi potrebbe incorrere in deficit di performance cognitive, anche a seguito di “banali” infezioni dovute ad esempio da Herpes o cytomegalovirus.
Si tratta di teorie che potrebbero sembrare “assurde”, ma un recente studio, pubblicato su Alzheimer&Dementia, mette tutto nero su bianco. Ecco come si è svolto e quali sono le conclusioni degli esperti.
“L’idea che le infezioni comuni possano contribuire al declino cognitivo e forse al rischio di Alzheimer era una volta ai margini e rimane controversa“, afferma Adam Spira, professore presso il Dipartimento di salute mentale della Bloomberg School; ma, sempre secondo il suo parere, a seguito degli ultimi studi questa correlazione non è più considerata così irrealistica.
Una recente ricerca ha coinvolto 575 adulti di età compresa tra i 41 e i 97 anni, che hanno dato il loro contributo all’interno di un progetto sperimentato all’Epidemiologic Catchment Area Study.
Ai soggetti sono state effettuate delle analisi, per stabilire la presenza di anticorpi verso i più comuni agenti patogeni, come ad esempio Herpes simplex 1, cytomegalovirus, Varicella zoster virus e virus di Epstein-Barr, nonché verso il parassita Toxoplasma gondii. Poi gli stessi pazienti si sono sottoposti a test cognitivi specifici, che andavano a “misurare” diverse capacità: memoria, comprensione, concentrazione, senso dell’orientamento e livello di percezioni visive.
E ciò che è emerso è talmente “limpido” da suscitare stupore e timore: chi aveva più anticorpi verso i patogeni sopra indicati ha manifestato minori performance cognitive. Una correlazione semplice, dimostrata coi test pratici, che va a sollevare numerose altre domande.
Se fino ad oggi si pensava che l’Alzheimer scaturisse dall’avanzare dell’età o da predisposizioni genetiche, adesso sappiamo che sono numerosi altri fattori a dare maggiori rischi. La speranza è che questi studi servano ad ampliare l’approccio terapico nonché le azioni preventive, poiché purtroppo ad oggi non esistono ancora soluzioni definitive per sconfiggere le varie forme di demenza cerebrale.
(le informazioni presenti in questo articolo hanno esclusivamente scopo divulgativo e riguardano studi scientifici o pubblicazioni su riviste mediche. Pertanto, non sostituiscono il consulto del medico o dello specialista, e non devono essere considerate per formulare trattamenti o diagnosi)
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