Dopo la Suina, arriva l’Influenza Canina; già nota dal 2006 preoccupa però gli esperti, visto il possibile adattamento ai danni dell’uomo.
L’essere umano sembra destinato davvero a subire continue pandemie, o forse le denunce degli scienziati sono troppo allarmistiche. Nel mentre, nuovi studi portano a numerosi interrogativi.
Facendo una breve ricerca, arriviamo a comprendere che già dal ventesimo secolo l’essere umano stava entrando in un’era pandemica potenzialmente molto pericolosa. Nei primi del 900, quando l’influenza “spagnola” mieté milioni di vittime in tutto il mondo, nessuno forse immaginava che si trattasse di un primo campanello d’allarme.
Nel 1947 si diffuse ampiamente in Cina, Giappone e Corea, nonché tra numerosi militari americani, un’influenza che negli anno successivi venne classificata “diversa”. Difatti fu spiegato il fallimento dell’allora vaccinazione utilizzata per impedirne la diffusione.
Arriviamo al 1957, quando si scatenò l’Influenza Asiatica, che colpì duramente l’Asia Orientale. Chiamata H2N2, all’epoca gli scienziati individuarono “tre diversi geni di un virus H2N2 originato da un virus dell’influenza aviaria A” (Fonte: Il Sole 24 Ore). Questa pandemia causò più di 1 milione di morti nel mondo e almeno 116 mila solamente negli Stati Uniti.
Nel 1977 l’Influenza “Russa”, chiamata così anche se colpì la Cina, viene ricordata perché furono i giovani al di sotto dei 25 anni a subire più danni. Si trattava di ceppi derivanti dalle altre pandemie, ai quali però i giovani non erano stati esposti e quindi si ritrovarono senza protezione.
Dal 2009 ad oggi ricordiamo tutti bene l’influenza suina (il CDC all’epoca stimò almeno 500 mila morti in tutto il mondo) e il Sars-Cov-2, la cui emergenza sembra sia arrivata al termine.
Ma adesso incombono nuovi pericoli: ecco cosa sappiamo dell’influenza aviaria e del ceppo derivante chiamato H3N2.
Analizzando la sintesi di dati sopra riportati, comprendiamo bene che i virus influenzali, nei decenni, hanno subito mutazioni, causando talvolta lievi sintomi mentre in altri casi numerosi decessi a livello globale. Anche senza entrare in specifiche scientifiche, possiamo intuire che il Sars-Cov-2 non è l’unica minaccia per l’uomo.
Alcuni studiosi stanno prendendo in esame un tipo di influenza aviaria (H3N2), che che ha colpito i cani negli anni intorno al 2006 e ora sembra si stia evolvendo per passare ai mammiferi, e dunque anche all’uomo. Gli studi sono pubblicati sulla rivista scientifica eLife, e riguardano le conclusioni a cui sono arrivati i ricercatori dopo alcuni esperimenti.
Dopo aver infettato volontariamente dei cani con ceppi noti di influenza canina H3N2, hanno notato l’insorgere di sintomi negli animali, che si sono dimostrati lievi (qualche starnuto, tosse e febbre). Ma sembra che il permanere del virus permetterebbe di fare il cosiddetto “salto di specie”.
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