La F1 è fornita dalle gomme Pirelli, che mette a disposizioni vari tipi di mescole. Eccole una per una, ma non è facile capire le migliori.
La F1 del giorno d’oggi è dominata da una serie di aspetti, ed uno di quelli più importanti è sicuramente il tema delle gomme. Dal 2011, la fornitura è affidata in modo esclusivo alla Pirelli, che ha rimpiazzato la Bridgestone proprio a partire da quella stagione. In seguito, il costruttore milanese ha cannibalizzato la scena, ma le cose potrebbero cambiare in futuro.
La casa nipponica si è infatti iscritta al bando per il triennio 2025-2027, organizzato dalla FIA ed in base al quale verrà deciso il fornitore. Infatti, si punterà ancora sul monogomma, e bisognerà vedere chi riuscirà a spuntarla tra la Pirelli e la Bridgestone. Si è recentemente tirata indietro la Michelin, che è stata presente in F1 nel passato e poi anche tra il 2001 ed il 2006, che però non è interessata per via dell’eccessivo show che si sta creando in maniera artificiosa nel Circus e per le gomme che si distruggono dopo pochi giri per aumentare lo spettacolo.
Le gomme sono diventate di vitale importanza, e la vettura che le gestisce meglio è sempre quella che vince le gare, anche se magari sul giro secco è inferiore alle rivali. Ad oggi, questo compito tocca alla Red Bull, che è in grado di non usurare per nulla le coperture, garantendosi vantaggi enormi sui rivali. Ora vedremo le gomme migliori in assoluto.
Le gomme più prestazionali offerte dalla Pirelli ai piloti di F1 sono senza dubbio le Soft, ovvero quelle con la banda rossa. Tuttavia, non è automatico stabilire quale di esse è la migliore, perché il costruttore milanese produce cinque mescole diverse, dalla C1 alla C5, e nei Gran Premi ne porta al massimo tre.
Sulle piste in cui c’è un maggiore degrado, vengono utilizzate quelle più dure, dalla C1 alla C3, ed in quel caso, è proprio la C3 ad essere la Soft. Sui cittadini o in Canada, tanto per fare un esempio, si portano sempre le mescole più aggressive, con la C3 che diventa la Dura, la C4 la Media e la C5 la Soft.
Va però fatta una differenziazione quando parliamo di gomme più rapide, perché se non ci sono dubbi sul fatto che le Soft siano le più prestazionali, è anche vero che non sono quasi mai le migliori in assoluto per la durata di una gara. In genere, sulla lunghezza dello stint, risultano essere più adatte le Medie o le Dure, visto che essendo meno performanti, riescono a garantire anche una durata migliore ed una minor usura, in modo da limitare i pit-stop e da permettere ai piloti di avere delle performance costanti durante la corsa.
Insomma, il corretto utilizzo delle coperture è divenuto fondamentale, ancor di più rispetto a quello che accadeva nella F1 del passato. Se si sfruttano bene le gomme, c’è la possibilità di vincere o anche di dominare, ma se un team non riesce a comprenderle, allora c’è il rischio di finire nelle retrovie, come accade a molti al giorno d’oggi.
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