Opzione Donna nel 2023 ha visto ridurre la platea delle beneficiarie in seguito all’introduzione di requisiti più stringenti nella Legge di Bilancio del Governo Meloni.
Requisito anagrafico e contributivo costringono numerose lavoratrici a dover rinunciare al pensionamento anticipato con Opzione Donna.
Opzione Donna è una misura che permette alle lavoratrici di uscire dal mondo del lavoro prima dei 67 anni ossia prima della maturazione dei requisiti di accesso alla pensione di vecchiaia. Dover attendere a lungo il momento del pensionamento potrebbe essere un’idea impossibile per tante donne che vorrebbero evitare di coniugare ancora per anni lavoro e famiglia. Sebbene nel mondo del lavoro ci siano ancora numerose differenze tra uomini e donne in favore dei primi chi fatica maggiormente sono proprio le lavoratrici. Devono essere multitasking, eccellenti sul lavoro, presenti per i figli, impegnate nelle occupazioni domestiche senza alcun supporto o riconoscimento per il doppio lavoro. Fino al 31 dicembre 2022 tutte le donne avevano la possibilità di lasciare il lavoro a 58 anni (59 anni per le autonome) per dedicarsi al meritato riposo.
Con la Legge di Bilancio 2023, invece, la platea di è ristretta rendendo impossibile il pensionamento per tante donne nell’anno in corso.
Nel 2023 possono andare in pensione con Opzione Donna le lavoratrici al compimento dei
In più dovranno aver maturato 35 anni di contribuzione e accettare il calcolo dell’assegno con sistema puramente contributivo. Significa che i contributi maturati prima del 1° gennaio 1996 non serviranno per concedere il calcolo misto. L’importo dell’assegno sarà conteggiato con calcolo contributivo (più svantaggioso). Di conseguenza si potrebbe avere una riduzione tra il 10 e il 30% rispetto alla somma percepita attendendo la pensione di vecchiaia.
Nell’anno in corso, Opzione Donna è riservata unicamente alle donne
Attenzione, il pensionamento nel 2023 può essere richiesto con Opzione Donna e le vecchie condizioni grazie alla cristallizzazione del diritto.
La cristallizzazione del diritto consente a chi matura i requisiti in tempo di sfruttare la misura anche negli anni successivi senza variazioni. Significa che chi entro il 31 dicembre 2022 ha maturato i requisiti vigenti entro quella data (58 anni di età se dipendenti, 59 anni se autonome e 35 anni si contributi) potrà andare tranquillamente in pensione nel 2023 con Opzione Donna. Non si dovrà appartenere ad una delle categorie citate in precedenza né conterà avere o meno dei figli.
Stesso discorso per chi ha maturato i requisiti utili entro il 31 dicembre 2021. Potrà lasciare il lavoro con Opzione Donna nell’anno in corso. Ricordiamo che entrambe le condizioni – anagrafiche e contributive – dovranno essere soddisfatte per approfittare della cristallizzazione del diritto. Allo stesso modo le lavoratrici che soddisferanno i requisiti attuali entro il 31 dicembre 2023 potranno lasciare il lavoro nel 2024 o comunque prima dei 67 anni anche se la misura dovesse sparire o cambiare nuovamente.
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