Il TAR ha emesso una sentenza storica, riconoscendo anche ai militari la possibilità di richiedere i permessi 104.
Sono numerose le persone che hanno bisogno di assistenza e cura costanti, perché affetti da disabilità grave.
Per consentire ai caregivers lavoratori di assistere i loro familiari ammalati, la normativa prevede il diritto ad accedere ai permessi 104 e al congedo straordinario. Queste misure, tuttavia, non spettano a tutti i lavoratori, ma solo ad alcune categorie.
È emblematico il caso di un Maggiore dell’Esercito di Agrigento, che ha adito i giudici in seguito al rifiuto della richiesta di permessi 104, per accudire un familiare portatore di handicap. Scopriamo cosa ha deciso il TAR.
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Nel 2022, un Maggiore dell’Esercito ha chiesto allo Stato Maggiore di poter usufruire dei 3 giorni di permesso retribuito, previsti dalla Legge 104/1992. Il richiedente ha anche provato che l’istanza era necessaria, per prestare assistenza ad un familiare disabile grave. Tutti gli altri membri della famiglia, infatti, non potevano provvedere perché oggettivamente impossibilitati.
La domanda, però, non è stata accolta; l’Esercito ha, infatti, ritenuto che la qualifica di militare comportasse delle specificità e che la fruizione dei permessi 104 potesse arrecare un danno organizzativo all’Amministrazione.
Il Maggiore, quindi, ha presentato ricorso al TAR.
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Il TAR ha accolto la richiesta del militare, riconoscendogli il diritto ad usufruire dell’agevolazione della Legge 104, per accudire il familiare disabile grave. Per i Giudici, infatti, l’Amministrazione, non è legittimata a negare i permessi retribuiti al lavoratore. E non può farlo neanche per motivi organizzativi. Costituisce, infatti, un diritto di ciascun dipendente pubblico o privato poter assentarsi dal lavoro per ragioni di assistenza.
Per il TAR, inoltre, la concessione di tale beneficio prescinde dal principio di continuità ed esclusività dell’assistenza. Ha, infine, sottolineato che il rifiuto della richiesta del Maggiore, da parte dell’Amministrazione, fa leva esclusivamente sulla necessità organizzativa; non fornisce, però, alcun chiarimento del motivo per il quale i permessi 104 sono stati considerati inconciliabili con lo svolgimento delle funzioni di militare. L’Amministrazione, infatti, avrebbe dovuto motivare in maniera chiara le proprie ragioni.
Per queste ragioni, il TAR ha accolto l’istanza del Maggiore e il Ministero della Difesa è stato condannato anche al pagamento delle spese di giudizio, per un totale di 1.500 euro, oltre a quelle generali e al Contributo Unificato.
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