Non avremmo mai pensato che mangiare delle gustose patatine fritte potesse scatenare effetti depressivi o crisi d’ansia, ma uno studio ci rivela come succede.
La ricerca arriva dalla Cina e siamo di fronte ad una pessima notizia: mangiare le patatine fritte può nuocere alla salute, e non per via delle calorie.
Il cibo è, oltre che una necessità, anche un modo per rimanere in salute, e persino qualcosa che da sempre accompagna le relazioni umane. Fare da mangiare, insomma, serve al corpo ma anche all’anima. Purtroppo anche nel cibo si nascondono pericoli per la salute, e conoscerli può aiutare a difenderci.
L’ultima ricerca cinese ci avverte che il pericolo delle patatine fritte non è solamente quello dei grassi che possono nuocere al fegato (o alla linea) ma qualcosa di ancora più subdolo. Ecco cosa hanno scoperto.
Leggendo un’associazione tra consumo di gustose patatine fritte e l’insorgere di problemi mentali potremmo pensare che si tratti di una “leggenda metropolitana”. Invece alcuni ricercatori hanno trovato un legame effettuando dei test precisi.
Hanno arruolato più di 140 mila persone e hanno concluso che il consumo frequente di patatine fritte (e di altri cibi fritti in generale) possa aumentare il rischio di patologie psichiatriche (stati ansiosi) anche fino al 12% e di depressione fino al 7%.
La colpa non è dell’olio per friggere, ma di una sostanza tossica già nota: l’acrilammide. Questa sostanza si sviluppa tramite la cottura ad altissime temperature, temperature che si debbono per forza raggiungere quando si frigge del cibo.
Sull’acrilammide sono stati fatti molti studi e tutti concordano che sia una sostanza potenzialmente cancerogena, se non addirittura genotossica.
L’ultimo studio cinese, pubblicato anche sulla rivista scientifica PNAS, aggiunge un altro tassello: secondo gli studiosi, l’acrilammide sarebbe in grado di danneggiare alcune sostanze del cervello, influendo così negativamente nei delicatissimi processi che regolano l’umore.
I processi degenerativi degli ossidanti sull’organismo sono noti, a livello globale. Dunque non stupisce che una sostanza come l’acrilammide vada a creare danni anche al cervello. Questo studio, che si aggiunge ad altri, ci dimostra che dobbiamo prestare molta attenzione, soprattutto nei confronti dei cibi industriali, potenzialmente più pericolosi.
Oltre alle patatine fritte dobbiamo saper riconoscere gli alimenti in cui è più facile che si sviluppi l’acrilammide. Questa sostanza, infatti, “nasce” quando gli zuccheri e gli amminoacidi si uniscono a seguito di cottura ad alte temperature.
A rischio, tutti i prodotti da forno molto cotti, come cracker, biscotti, focacce, e purtroppo anche gli stessi prodotti industriali destinati ai bambini. Attenzione dunque: quando su un prodotto da forno ci sono zone “bruciacchiate” è meglio evitare di consumarlo. Ancora meglio sarebbe preparare in casa i suddetti prodotti, per diminuire i rischi di sviluppo della sostanza tossica.
(le informazioni presenti in questo articolo hanno esclusivamente scopo divulgativo e riguardano studi scientifici o pubblicazioni su riviste mediche. Pertanto, non sostituiscono il consulto del medico o dello specialista, e non devono essere considerate per formulare trattamenti o diagnosi)
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