La casa potrebbe avere effetti negativi ai fini della domanda per la prestazione di invalidità civile. Per quale motivo?
La Cassazione ha chiarito un problema molto spinoso, specificando che la casa di proprietà non fa reddito, nel caso in cui si abbia intenzione di richiedere la pensione di invalidità civile.
Secondo i Giudici, l’attuale normativa sul calcolo dei requisiti economici per la concessione della prestazione si basa sulle regole delle pensioni sociali. Queste ultime, infatti, non contemplano il reddito derivante dalla casa di abitazione. Analizziamo, nel dettaglio, le decisioni della Suprema Corte.
Con la sentenza n. 14026 dell’8 luglio 2016, gli Ermellini hanno stabilito che, ai fini della pensione di invalidità civile, la casa di proprietà non va considerata. Si tratterebbe di un corollario dell’art. 12 della Legge n. 118 del 1971 e dell’art. 26 della Legge n. 153 del 1969, ai sensi dei quali, per la determinazione del reddito, si escludono gli assegni familiari e la casa di abitazione. Per la Cassazione, tali norme in materia di pensione sociale vanno applicate anche alla pensione di inabilità.
Già precedentemente, con le sentenze n. 4674 del 9 marzo 2015, n. 5479 del 2012, n. 14456 del 2012 e n. 20387 del 2013, la Corte aveva sottolineato che, per accedere alla pensione di invalidità civile e di inabilità, bisognava fare riferimento alla legislazione in materia di pensioni sociali. Di conseguenza, è possibile affermare che c’è un consolidato orientamento giurisprudenziale in materia, per il quale la casa di abitazione non rileva ai fini del reddito per la pensione di invalidità civile.
La Circolare INPS n. 135 del 22 dicembre 2022 ha specificato l’ammontare delle misure assistenziali e di accompagnamento, in vigore per il 2023.
In base al Decreto del 10 novembre 2022 del Ministero dell’Economica e delle Finanze, di concerto con il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, la percentuale da applicare per l’adeguamento delle pensioni è del 7,3%, a partire dal 1° gennaio 2023. In particolare, l’importo mensile ammonta a 386,27 euro.
La pensione di invalidità civile spetta per 13 mesi e per 3 anni consecutivi, dopo i quali bisognerà sottoporsi a una nuova procedura di accertamento. Uno dei vantaggi principali del sussidio è la sua conciliabilità con altre prestazioni previdenziali, come la pensione di inabilità, l’Assegno Ordinario di Invalidità e l’indennità di accompagnamento.
I percettori, inoltre, possono tranquillamente continuare a svolgere qualsiasi tipo di attività lavorativa (in sintonia con le proprie condizioni di salute), a condizione che il reddito percepito non ecceda quello fissato dalla normativa. Attualmente, per il riconoscimento della pensione di invalidità civile, bisogna possedere un reddito non superiore alla soglia di 9.102,34 euro.
Ai fini della determinazione dell’importo della pensione di invalidità civile, si considerano i redditi IRPEF di ogni tipologia. Essi, però, vanno calcolati al netto delle spese deducibili e delle ritenute fiscali. Vanno esclusi i seguenti elementi reddituali:
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