Un SMS truffa ben congegnato ha mietuto altre vittime, che si sono ritrovate col conto vuoto. Com’è andata e a cosa fare attenzione.
Poste Italiane e cittadini entrambi vittime di sistemi che sfruttano messaggi sul cellulare per perpetrare truffe. L’ultima di queste ha già fatto molti danni.
L’idea alla base è sempre la medesima, anche se cambiano alcuni particolari: una persona riceve un SMS (finto) da Poste Italiane, e viene invitato ad effettuare delle azioni. Nei messaggi, si avverte di vari tipi di problemi, come il conto bloccato, un errore del sistema, un accesso non autorizzato eccetera.
Chi ha un conto corrente alle Poste ovviamente si preoccupa e desidera risolvere il problema il prima possibile. Nel messaggio compaiono guarda caso proprio le istruzioni per risolvere il (finto) problema. Basta cliccare su un link e il gioco è fatto. In pochi istanti, il conto corrente del malcapitato è svuotato.
L’ultima vittima di questo sistema criminale è un uomo di 55 anni: ha ricevuto il messaggino sul cellulare, che gli comunicava quanto segue: “Gentile Cliente, un accesso anomalo alle ore 15:21 si è collegato all’area privata. Se disconosce l’accesso accedi“, e a questo testo segue un link.
La vittima ha seguito le istruzioni che gli venivano date dopo aver effettuato l’accesso al link e in pochi minuti il suo conto è stato svuotato.
Oltre alla perdita di denaro, se abbiamo la sfortuna di incappare in una truffa del genere o simile ci ritroveremo danneggiati due volte.
Infatti Poste Italiane – ma anche gli istituti bancari – spesso negano il risarcimento a chi si è visto sottrarre tutto il denaro dai cyber criminali. La motivazione è presto detta: dobbiamo stare attenti noi a non fornire ai malviventi mezzi per accedere al conto corrente, come password o credenziali d’accesso.
Sia Poste che le banche si difendono e negano i risarcimenti con la motivazione che hanno offerto all’utente i certificati/protocolli di sicurezza previsti, come ad esempio la doppia autenticazione. Se ci facciamo raggirare, insomma, la responsabilità è nostra e non ci spetta alcunché.
Può sembrare impossibile che i messaggini inviati dai truffatori funzionino ancora, nonostante le persone siano a conoscenza della loro esistenza. Dobbiamo dire, però, che il fattore “sorpresa” è quello che permette ai criminali di riuscire molto spesso nei loro intenti.
Siamo istintivamente portati a pensare che succeda sempre “a qualcun altro”, o che gli eventi siano rari, cosa questa invece falsa perché le truffe sono aumentate a dismisura.
Per difenderci dobbiamo sempre ricordare che né Poste né altri Enti o banche chiedono mai via messaggio (o email o al telefono) dati preziosi come le credenziali di accesso o le password, nemmeno in caso di un problema reale col conto o col rapporto in essere.
L’unica cosa che dobbiamo fare è quella di non cliccare mai sui link, di ignorare il messaggio e di recarci presso l’Ente che ce lo ha inviato, in modo da verificare se ci sia realmente un qualche tipo di problema.
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