L’Unione Europea ha stabilito una nuova tassa sull’eredità. Qual è il vero motivo alla base della nuova imposta e quanto bisognerà pagare?
I cittadini europei dovranno pagare un’ulteriore tassa di successione, che costerà in totale, ben 10 miliardi di euro.
La manovra è stata ideata dall’Unione Europea, dall’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) e dal FMI (Fondo Monetario Internazionale) come fonte alternativa di entrate. Quali conseguenze avrà l’introduzione della nuova tassa sull’eredità per il nostro Paese?
Cosa cambierà, in concreto? Negli altri Paesi europei la tassa sull’eredità è già più alta rispetto a quella italiana e ci sono detrazioni più basse, fissate a 500 mila euro. In Francia e in Germania, ad esempio, l’ammontare della tassa sull’eredità aumenterà fino a raddoppiare e in Irlanda salirà del 225%. Se dovesse andare in porto anche nel nostro Paese l’aliquota del 10%, entrerebbero nelle casse dello Stato molti più soldi. Si passerebbe, infatti, dagli attuali 500 milioni a circa 10 miliardi all’anno.
Nel nostro Paese, la tassa di successione spetta a tutti coloro che ricevono in eredità dei beni mobili o immobili oppure un diritto reale. L’imposta va pagata in base ai seguenti criteri:
L’Unione Europea chiederà all’Italia di riformare gli estimi catastali. La manovra riguarderà, nello specifico, i beni ereditari lasciati ai parenti in linea diretta (cioè figli e genitori), che, attualmente, sono tassati con l’aliquota del 4% se eccedenti un milione di euro.
L’Italia dovrà adeguarsi a tale innovazione e a risentirne maggiormente sarà, ancora una volta, il ceto medio. Certamente non si tratta di una buona notizia, se si pensa al grave periodo di crisi economica che affligge molte famiglie e che ha portato ad una forte riduzione dell’occupazione (secondo le stime, entro il 2070 ci saranno 8,285 milioni di lavoratori in meno).
In base ai dati INPS, inoltre, la spesa pubblica italiana crescerà entro il 2025. Per le pensioni si attende un aumento dell’1,9%, per la spesa sanitaria dell’1,2% e per l’assistenza agli anziani dello 0,74%.
Come se non bastasse, entro il 2050 i cittadini ultra cinquantenni dovrebbero aumentare del 15% e il numero dei decessi annuo del 60%, dal 2035. Di questo passo, nel 2070, le eredità si ripartiranno tra un numero minore di aventi diritto. Ed è proprio da queste considerazioni che è partita l’idea di incrementare il valore degli immobili e, di conseguenza, le imposte sulla successione relative a tali beni.
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