Seguendo una semplice indicazione recuperare i propri soldi da conti o libretti postali dormienti è possibile ed è anche facile.
Secondo gli articoli 1 e 2 del Decreto del Presidente della Repubblica (DPR) numero 186 del 22 giugno 2007 si considera dormiente un conto o un libretto postale che non è movimentato per almeno 10 anni e che abbia un saldo superiore a 100 euro.
In Italia ci sono milioni di euro in conti e libretti dormienti. Risparmi che rischiamo di perdersi per sempre se il titolare non fa qualcosa per rimediare. Per fortuna esiste una procedura che permette di recuperare i soldi e riaverlo di nuovo disponibili.
Il titolare dei conti o dei libretti postali dormienti può ancora ottenere il rimborso dei propri risparmi. Questo lo afferma la sentenza della Cassazione numero 788 del 20 gennaio 2012.
Però ci sono delle eccezioni. Infatti, per quanto riguarda i libretti postali, l’articolo 168 del DPR numero 156 del 29 marzo 1973 stabilisce che si prescrivono a favore dell’amministrazione delle Poste Italiane qualora siano decorsi 30 anni e abbiano un saldo superiore a 1.000 euro.
Sono in molti a chiedersi se Poste Italiane debba informare i titolari quando conti o libretti postali sono dormienti. In realtà, la società non è obbligata a informare ogni titolare sia a causa dell’enorme dispendio di risorse economiche sia perché gli avvisi sono reperibili direttamente sul sito.
Infatti, proprio sul sito è presente un avviso in cui si notifica ai titolari di conti e libretti dormienti le date entro cui recarsi presso l’ufficio postale per recuperare i propri risparmi. Nello specifico, ecco le date da ricordarsi e segnare sul calendario:
Non è necessario che il titolare chiuda il conto o il libretto, basta che prelevi o addebiti un importo e subito conto e libretto saranno nuovamente attivi.
Il denaro può essere recuperato anche dopo la scadenza, ma la procedura diventa un po’ più complessa. Infatti, il titolare dovrà presentare una richiesta alla Consap, ente che gestisce i fondi di Poste italiane e di altri enti pubblici.
Infine, è possibile anche inviare alla sede legale di Poste Italiane o della Consap una raccomandata oppure una PEC (posta elettronica certificata).
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