Buone notizie per i titolari dei Buoni fruttiferi postali che potrebbero ricevere i rimborsi tanto attesi dopo anni di reclami.
I Buoni fruttiferi postali sono tra gli strumenti di risparmio più diffusi in Italia. A lungo considerati una forma sicura e redditizia di investimento ma negli ultimi anni sono oggetto di numerosi reclami da parte dei titolari.
Purtroppo, però alcuni risparmiatori alla scadenza scoprono che il rendimento non corrisponde alle aspettative oppure presentano delle irregolarità al momento del rimborso. Buoni fruttiferi postali sono diffusi in tutta Italia e tante le famiglie che li sottoscrivono. Sono anni che la battaglia tra i risparmiatori e Poste Italiane continua su chi abbia ragione. Adesso sembra che ci siano sviluppi per chi ha subito danni a causa di questi prodotti finanziari: potrebbero arrivare i rimborsi per i clienti insoddisfatti che hanno subito perdite economiche.
L’Arbitro bancario finanziario (ABF) e diversi giudici della Cassazione hanno spesso dato ragione ai risparmiatori e molti hanno ottenuto il giusto rendimento dai propri Buoni postali. Nel 2022, però, una sentenza della Cassazione ha dato ragione a Poste Italiane. Si prevede ancora una lunga battaglia. Per questo motivo Adiconsum ha affermato che è necessaria una sanatoria legislativa che ponga fine alla diatriba che dura ormai da anni.
Ecco i Buoni postali contestati dai risparmiatori. I primi sono quelli trentennali Serie Q/P emessi tra il 1986 e il 1995: il rendimento ottenuto è inferiore a quello atteso. Sulle cedole è indicato Serie Q che poi Poste ha modificato aggiungendo un timbro con i nuovi tassi di interesse e la scritta Serie P. Però, il timbro è illeggibile o sbiadito e in molti non hanno compreso la differenza.
Ci sono poi i Buoni postali scaduti e subito in prescrizione invece che 10 anni. Sono circa oltre 350 mila i buoni di questo tipo dal valore di circa 400 milioni di euro.
Su questi è intervenuta l’Antitrust sanzionando Poste Italiane per 1,4 milioni di euro: omessa comunicazione chiara e precisa è il motivo della sanzione. Ne avevano parlato anche in questo articolo Buoni postali: Poste Italiane sanzionata per poca chiarezza su scadenze e prescrizione, adesso cosa fare?
Successivamente il provvedimento è stato impugnato davanti al TAR è quindi la sanzione sospesa in attesa di una nuova sentenza. Ne frattempo però i titolari dei Buoni postali sono relegati in un limbo nonostante abbiano vinto i ricorsi.
Infine, ci sono quelli della Serie Q-R-S dai quali i titolari hanno ottenuto un rendimento inferiore perché la ritenuta era calcolata ogni anno piuttosto che una sola volta, ovvero al momento del rimborso. Sono quelli emessi tra il 1986 e il 1996.
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