Le truffe via email sono molto diffuse e nella trappola cadono molte persone. Ecco i consigli dell’INPS per non lasciarsi ingannare.
Il più diffuso sistema di truffa online su internet è il phishing che inizia proprio con un messaggio email ma diventa sempre più difficile capire che i messaggi da parte di un ente, ad esempio l’INPS, sono falsi.
Chi perpetua truffe via email (o di qualsiasi altro tipo) ha un solo scopo: attirare la vittima in modo ingannevole così da spingerla a diffondere dati privati, come password o Iban di carte di credito. L’INPS è il classico esempio di una pubblica amministrazione coinvolta in una truffa via email. Per questo motivo è in prima linea per combattere la diffusione del phishing e per farlo ha preparato un vademecum con informazioni e consigli per evitare di cadere nella trappola.
Sono ormai alcune settimane che l’INPS sui social (in primis Twitter) avvisa gli utenti dei ripetuti messaggi di truffa. Per questo periodicamente condivide il vademecum pubblicato la prima volta il 10 dicembre 2020 e aggiornato al 20 gennaio 2023.
Il vademecum contiene non solo le informazioni sulle truffe online e telefoniche ma anche sui falsi funzionari e dà consigli su come riconoscerle e non lasciarsi ingannare.
La tipologia di truffa più diffusa, lo abbiamo detto nell’introduzione all’articolo, è il phishing. Si presenta con false email che invitano le vittime ad aggiornare i propri dati personali oppure a comunicare l’IBAN del proprio conto per effettuare un versamento a loro nome. Nella email è allegato anche un link cliccabile che porta a una falsa pagina del sito INPS creato talmente bene che la vittima troppo tardi capisce di essere caduta in una truffa.
Le truffe telefoniche sono molto simili alle precedenti ma qui è presente un operatore che chiede i propri dati sensibili motivando la questione come urgente. Può sembrare strano ma molti cadono nella trappola.
Ultimamente si sta diffondendo una truffa ancora più ingannevole: i falsi funzionari INPS. In pratica, una o più persone si presentano presso l’abitazione della vittima chiedendo con urgenza i dati personali e facendo firmare anche dei moduli. “L’Istituto non invia incaricati presso il domicilio degli utenti e assistiti” si legge nel vademecum INPS.
La prima cosa da ricordare è che mai e poi mai l’INPS chiede informazioni via telefono o via email ordinaria; in realtà, nessuna pubblica amministrazione ed è anche per questo che è nata la posta elettronica certificata (PEC). Infatti, tutte le informazioni sono consultabili esclusivamente sul sito istituzionale.
Ed è per questo motivo che non bisogna rispondere a email, SMS o a qualsiasi messaggio arrivi nel quale ci chieda di inviare dati sensibili. Inoltre, l’INPS consiglia anche di diffidare delle persone che si dichiarano incaricati o funzionari INPS e chiedano di effettuare dei controlli.
Infine, non cliccare su un link all’interno di una email ma verificare l’indirizzo di provenienza. In caso di dubbio, recarsi presso un Caf, patronato o l’ufficio territoriale INPS per chiedere ulteriori informazioni.
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