Una colazione diversa per combattere il Diabete? Secondo gli esperti esiste e può aiutare ad abbassare la glicemia.
Una sana alimentazione può scongiurare la comparsa di numerose patologie, e secondo i risultati di un recente studio basterebbe modificare alcune abitudini per combattere la glicemia.
Il Diabete di Tipo 2, lo ricordiamo, è una condizione sempre più frequente, anche nei giovani.
A differenza del Diabete di Tipo 1, nella maggior parte dei casi cambiare abitudini alimentari può fare molto per limitare i danni della malattia.
Questo si sapeva da tempo, ma oggi gli scienziati hanno messo in evidenza una nuova correlazione tra dieta – in particolare al mattino – e miglioramento dei valori glicemici.
Uno studio ha coinvolto un centinaio di pazienti ed è durato 3 mesi; grazie all’osservazione e ai risultai di esami specifici si è potuto dimostrare come alcuni alimenti migliorino la salute dei diabetici.
Lo studio, effettuato da un tram di ricercatori dell’University of British Columbia Okanaga, è pubblicato anche su The American Journal of Clinical Nutrition.
L’ipotesi contemplata dagli studiosi era quella di valutare l’impatto di una dieta diversa per limitare i picchi e gli squilibri glicemici. Tra l’altro, secondo gli esperti, non è nemmeno necessario cambiare completamente la dieta, poiché sarebbe sufficiente modificare il menù della colazione.
In particolare, sembra che mangiando minori quantità di carboidrati e preferendo più grassi e proteine si possano controllare meglio i livelli glicemici nel sangue. Paradossalmente, se un diabetico inizia a mangiare uova, pancetta e formaggio, potrebbe ottenere maggiori benefici rispetto ad una colazione con frutta e cereali integrali.
Lo studio che ha dimostrato tutto ciò si è svolto su 121 pazienti, divisi poi in due gruppi. Al primo gruppo è stato indicato di mangiare a colazione pochi carboidrati (circa 8 gr.) insieme a 25 gr. di proteine e a 37 gr. di grassi.
Al secondo gruppo, invece, sono stati assegnati 56 gr. di carboidrati, 20 gr. di proteine e 15 gr. di grassi. Ogni tipo di dieta era comunque a libera scelta sugli alimenti con cui comporre la quantità di suddetta sostanze nutritive, ed era caratterizzata dal non dover fornire più di 450 calorie.
I soggetti sono stati esaminati prima e dopo l’adozione della nuova dieta e ovviamente sono stati misurati i livelli di glucosio e i livelli di emoglobina glicata.
Ciò che è emerso è quanto segue:
Inoltre, è stato osservato che sempre i medesimi soggetti tendevano istintivamente a mangiare meno carboidrati anche durante gli altri pasti.
(le informazioni presenti in questo articolo hanno esclusivamente scopo divulgativo e riguardano studi scientifici o pubblicazioni su riviste mediche. Pertanto, non sostituiscono il consulto del medico o dello specialista, e non devono essere considerate per formulare trattamenti o diagnosi)
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