Sono tante le novità per l’IMU 2023 e i contribuenti devono stare attenti a non commettere errori. Ecco le cose da sapere su questa imposta.
La prima rata di pagamento dell’IMU (Imposta municipale unica) scade il 16 giugno, mentre il saldo, o seconda rata, dovrà essere versata il 15 dicembre. Infine, la scadenza per la dichiarazione IMU è il 30 giugno 2023.
Si stima che per l’acconto della prima rata del 2023 saranno versati 10,5 miliardi di euro. Una cifra inferiore rispetto a quella del 2022 di circa 450 milioni a causa della sospensione dei versamenti delle regioni Emilia Romagna, Marche e Toscana colpite dalle recenti alluvioni. Infatti, secondo il Decreto Alluvioni, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 1° giugno 2023, l’acconto IMU per queste regioni sarà posticipato al 20 novembre 2023. Non saranno versati né interessi né mora per il ritardo.
Una breve boccata di ossigeno però poiché i contribuenti delle suddette regioni dovranno affrontare questo pagamento un mese prima del versamento del saldo di dicembre.
A causa dell’aumento dell’inflazione alcuni comuni potrebbero decidere di aumentare l’importo dell’IMU. Infatti, ricordiamo che questa tassa è erogata su base comunale e sia gli importi sia le disposizioni di erogazione variano da comune a comune.
I comuni entro il 14 ottobre dovranno inviare al ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) le loro delibere. Il MEF dovrà poi pubblicarle entro il 28 ottobre. Comunque sia, gli aumenti saranno validi solo sulla seconda rata, mentre per la prima rata gli importi dovranno seguire le regole fiscali del 2022.
Non tutti i contribuenti dovranno pagare; infatti, c’è l’esenzione sull’abitazione principale, purché non rientri nelle categorie A/1, A/8 e A/9 (case di lusso). Inoltre, l’esenzione ai applica anche sugli immobili non venduti o affittati alle imprese.
Qualora i coniugi risiedano in due case diverse considerate abitazioni principali, ovvero con dimora effettiva e non è fittizia, possono fruire dell’esenzione IMU su entrambe le case. Dovranno però dimostrare che si tratta di residenza effettiva tramite bollette delle utenze o la scelta del medico di base, che ricordiamo è obbligatorio se si ha la residenza in un comune.
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