I lavoratori che maturano il diritto al pensionamento possono decidere di continuare l’attività lavorativa guadagnando molti soldi. Scopriamo perché.
La bellezza del mondo risiede nella sua varietà. Da una parte ci sono aziende che pagano di più chi lascia il lavoro. Dall’altra si possono ottenere guadagni maggiori dicendo “no” al pensionamento.
Due facce di una stessa medaglia. Su un lato gli incentivi all’esodo. Strumenti adottati da diverse aziende italiane per favorire il ricambio generazionale o tagliare il personale senza dover licenziare. Sull’altro lato incentivi completamente opposti volti ad evitare che i lavoratori vadano in pensione.
La Legge di Bilancio 2023 ha previsto il Bonus contributivo per chi continua a svolgere l’attività lavorativa pur avendo maturato i requisiti di pensionamento. Il sistema previdenziale italiano, dunque, offre scivoli per andare in pensione prima del tempo ma contemporaneamente il Governo cerca di evitare che ciò accada. Troppi pensionati in confronto al numero di lavoratori, c’è il rischio che le pensioni non possano più essere pagate tra qualche anno. Per rimediare a tale eventualità meglio offrire contributi ai cittadini per non scegliere forme di pensionamento anticipato.
Cosa sta succedendo in Italia? La Legge di Bilancio 2023 ha introdotto una nuova forma di pensionamento anticipato, Quota 103. Consente ai lavoratori che compiono 62 anni di età entro il 31 dicembre di andare in pensione avendo maturato 41 anni di contribuzione.
Il Governo, però, fornisce un’alternativa valida a chi potrebbe approfittare di questo scivolo. Dire “no” al pensionamento e ottenere dei soldi aggiuntivi. Chi resta a lavoro otterrà uno stipendio più alto grazie ad uno sgravio contributivo che sarà applicato per tutta la durata dell’anticipo. La quota dei contributi solitamente versati dal lavoratore rimarrà in busta paga.
Significa che ogni mese a partire dalla maturazione dei requisiti di accesso al Quota 103 la retribuzione sarà più alta del 9% fino al compimento dei 67 anni (pensione di vecchiaia).
Il Governo, dunque, propone il Bonus contributivo per disincentivare i lavoratori all’uso di Quota 103 per andare in pensione anticipata. Il 9% in più, però, sembrerà un incentivo alquanto piccolo se confrontato a quello proposto in Belgio. I cittadini che dicono “no” alla pensione ottengono 22.645 euro! E lo Stato potrà risparmiare tre anni di erogazioni delle pensioni e incassare tre anni di contributi che il lavoratore continuerebbe a versare lavorando.
Un guadagno per tutti, dunque, che al lavoratore arriverebbe, però, a fine carriera. I 22 mila euro, infatti, vengono versati al termine dell’attività lavorativa svolta quando, invece, sarebbe stato possibile andare in pensione.
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