L’indennità di accompagnamento deve essere spesa solo per acquistare beni e servizi legati all’invalidità?
Molti cittadini hanno dubbi sui paletti dell’indennità di accompagnamento e su come possono spendere la somma spettante.
L’indennità di accompagnamento viene riconosciuta agli invalidi civili totali – con percentuale del 100% – che non possono deambulare autonomamente né compiere atti della vita quotidiana senza aiuto. La prestazione serve per favorire l’assistenza domiciliare dell’invalido infatti le erogazioni si interrompono in caso di ricovero in una struttura sanitaria.
La misura spetta indipendentemente dal reddito e anche in caso di svolgimento di attività lavorativa autonoma o dipendente a condizione che sia accertata la capacità del soggetto invalido di svolgere l’occupazione in autonomia. L’indennità di accompagnamento non è reversibile ai superstiti, è esente da IRPEF (non dovrà essere inserita nel modello 730 o nel modello Unico) e per farne richiesta occorrerà chiedere al medico curante il certificato introduttivo. Una volta riconosciuto il diritto alla prestazione, il cittadino inizierà a ricevere mensilmente la somma di 527,16 euro per il 2023.
La Legge non stabilisce regole né limiti di spesa dell’indennità di accompagnamento. Il percettore, dunque, non deve necessariamente destinare l’importo al pagamento di spese legate alla propria invalidità. Questo anche se la misura nasce proprio come sostegno ai disabili e ai familiari per garantire assistenza continuativa evitando il ricovero in strutture a medio/lungo termine.
In generale, l’indennità può essere spesa senza restrizioni ma senza tralasciare che si tratta di un bene primario del percettore. La somma può essere destinata sia al beneficiario che ai caregiver ma l’indennità non sarà mai intestata all’accompagnatore. L’assistenza è rivolta esclusivamente alla persona invalida totale. Quest’ultima, però, può delegare chi lo assiste alla riscossione dell’assegno. E l’accompagnatore dal canto suo una volta riscossa l’indennità presso un Ufficio Postale può spenderla come crede sempre nell’interesse del soggetto invalido.
Per delegare il familiare occorrerà compilare il modello AP70 dell’INPS (quadro G per la delega riscossione terzi dei benefici economici). C’è di più. Il titolare dell’indennità può decidere di corrispondere l’importo dell’assegno (tutto o in parte) direttamente al caregiver. Il trasferimento può avvenire in contanti oppure tramite bonifico bancario.
Una volta riconosciuta l’indennità di accompagnamento, dunque, il beneficiario comincerà a ricevere i soldi che potrà spendere come più desidera, senza limitazione alcuna. L’importo potrà anche essere passare dall’intestatario della misura ad un familiare che lo assiste. Significa che il percettore – invalido civile al 100% non autosufficiente – ha pieno diritto di scegliere come spendere i propri soldi una volta accertata la necessità di accompagnamento.
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