Pessime notizie sul fronte pensioni. Nel 2024 molti contribuenti rischiano di perdere gli assegni. Per quale motivo?
I sindacati sono fortemente preoccupati da un possibile ritorno della Legge Fornero.
Il Governo ha annunciato che, almeno per il prossimo anno, la Riforma delle pensioni non si farà e, così, si discute sul futuro di una serie di strumenti flessibilità in uscita, in scadenza il prossimo 31 dicembre.
Cosa succede se non verranno prorogate Quota 103, Opzione Donna e l’Ape Sociale?
Sarà ancora possibile, nel 2024, accedere alla pensione anticipata? Oppure dovranno tutti attendere i 67 anni di età? Durante l’anno non ci sono state grosse novità in ambito previdenziale e, senza interventi legislativi significativi, i timori dei sindacati non appaiono infondati.
Vediamo, dunque, quali saranno i possibili scenari e quale stangata potrebbero subire le pensioni.
La Legge Fornero, nel 2012, colpì soprattutto i cd. esodati, cioè coloro che avevano già in programma di andare in pensione e avevano lasciato il lavoro.
A causa dei nuovi parametri imposti dalla normativa, questi contribuenti si ritrovarono all’improvviso disoccupati e senza pensioni. Solo negli anni successivi furono introdotti una serie di correttivi alla Legge Fornero, a tutela di tale categoria di contribuenti.
L’anno prossimo potrebbe ripresentarsi tale drammatica situazione. Ed è proprio su questo che i sindacati chiedono certezze al Governo, per evitare che molte pensioni vadano in fumo.
Se, infatti, non verrà riconfermata Quota 103, i lavoratori nati nel 1962 potrebbero perdere quasi 2 anni di pensione, rispetto agli altri contribuenti.
Con tale sistema pensionistico, attualmente, può smettere di lavorare chi ha 62 anni di età e 41 anni di contributi. Chi maturerà il requisito anagrafico e contributivo nel 2024, in caso di cessazione di Quota 103, sarà costretto a ritardare la pensione di 2 anni. Dovrà, infatti, raggiungere 42 anni e 10 mesi di contribuzione, richiesti per la pensione anticipata ordinaria.
In caso, invece, di perdita del lavoro, i contribuenti dovranno trovarne un altro oppure attendere il 2029, per raggiungere i 67 anni di età per la pensione di vecchiaia.
Stesse preoccupazioni anche per altre categorie di lavoratori, che rischiano ugualmente di dire addio alle pensioni nel 2024.
Stiamo parlando dei beneficiari dell’APE Sociale e di Opzione Donna.
Con l’APE Sociale possono smettere di lavorare coloro che sono nati nel 1960, che hanno raggiunto 63 anni di età e 30 anni di contribuzione (se invalidi, caregivers o disoccupati), 32 anni (se edili o ceramisti) oppure 36 anni (se addetti ad altri mestieri gravosi).
Se dovesse ritornare la Legge Fornero, i nati nel 1961, poiché compiranno 63 anni di età nel 2024, potrebbero non beneficiare più della pensione anticipata, ma aspettare i 67 anni di età per le pensioni di vecchiaia nel 2028.
Nessun rinnovo all’orizzonte, infine, per Opzione Donna. Le contribuenti che compiono 63 anni di età durante il 2023 e che hanno già maturato 35 anni di contribuzione lo scorso anno rischiano di rimanere escluse.
In base all’attuale normativa, infatti, sia il requisito anagrafico sia quello contributivo dovevano essere raggiunti entro il 31 dicembre 2022.
Le lavoratrici, in questo caso, rischiano di perdere ben 7 anni di pensione, perché Opzione Donna permette di beneficiare delle pensioni con 60 anni di età (59 o 58 per coloro che hanno figli).
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