I wurstel sono un alimento che piace a tutti, grandi e piccini, e in estate vengono spesso cotti sulla griglia, durante le gite fuori porta.
Dobbiamo saper riconoscere i cibi che mettiamo in tavola perché spesso rischiamo la salute. I wurstel, anche se fatti secondo le regole vigenti, nascondono delle insidie.
Oggi molti alimenti industriali sono una “brutta copia” di cibi che venivano preparati in passato, quando tutto era forse più scarso in quantità ma a livello qualitativo eccelleva. Pensiamo alle zuppe e minestre, alle salse, agli hamburger, e anche ai wurstel.
In origine le materie prime per preparare questi cibi non erano colme di pesticidi né di conservanti e nemmeno di coloranti. Non servivano, e gli alimenti erano buoni perché insaporiti sapientemente.
Forse non tutti sanno, infatti, che il vero wurstel dovrebbe essere bianco: la ricetta originale risale addirittura al 1404. Il prodotto veniva realizzato con carni nobili di maiale tritate con carne di manzo o vitello e poi speziate; infine, la trita veniva insaccata in un budello naturale.
Oggi al supermercato possiamo trovare wurstel di ogni tipo, a base di carne di pollo, tacchino, suino o vitello, e anche quelli vegani. Solitamente il colore finale è di un rosa tenue, indipendentemente dal tipo di carne di base che è stata utilizzata. Proprio su questo fattore dovremmo approfondire meglio, ecco perché.
I wurstel sono un cibo che potrebbe essere salutare, in quanto salsicce di carne speziata. Ma purtroppo tra i tantissimi prodotti in commercio non sempre ci sono quelli propriamente sani.
Non vogliamo certo demonizzare l’alimento di per sé, ma informare su come sono fatti alcuni tipi di wurstel. Le carni usate (pollo o tacchino o maiale che sia) dovrebbero essere di qualità, invece spesso sono “carni separate meccanicamente“.
Quando troviamo questa dicitura in etichetta significa che il wurstel è stato fatto con gli scarti. Ovvero una “melma” di carne e ossa prodotta attraverso una pressione meccanica delle carcasse degli animali.
Potremmo comunque decidere di mangiare lo stesso dei wurstel, magari avendo l’accortezza di cuocerli bene per evitare di incorrere in tossinfezioni. Infatti questo tipo di alimento deve essere “consumato previa cottura“, come descritto proprio in etichetta.
Soffermandoci sul fattore colore, dobbiamo ricordare che la tonalità rosata spesso viene ottenuta con l’utilizzo di nitrito di sodio (E 250). Si tratta di un conservante usato per prevenire la formazione di batteri come la Listeria ma anche per dare ai wurstel il colore rosa. Come tutti i nitriti non è un “ingrediente” che fa bene alla salute.
Dunque sì ai wurstel ma sempre dopo aver letto con cura le etichette, meglio ancora se scegliamo i prodotti artigianali, che ci danno garanzie di qualità maggiori.
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