Presentiamo gli scivoli di pensionamento che permetteranno di lasciare il lavoro a 60 anni nel 2024 ad alcuni cittadini.
Mentre la Riforma delle Pensioni si suppone sia direttamente rimandata al 2025 si ipotizzano gli scivoli per il prossimo anno.
Governo e sindacati sono al lavoro per trovare soluzioni concrete da riferire ai cittadini prossimi alla pensione. Tutti abbiamo capito che mancano le risorse per mettere in atto in breve tempo una Riforma delle Pensioni flessibile e strutturale. I lavoratori si sono rassegnati all’idea di attendere probabilmente il 2025 ma non per questo si sono arresi al fatto che qualche novità possa arrivare entro la fine dell’anno.
Nei piani dell’esecutivo soluzioni che scansino nuovamente la Legge Fornero e garantiscano agli italiani la possibilità di scegliere il pensionamento anticipato. Attualmente tutti possono andare in pensione a 67 anni ma attendere così tanto sembra impossibile per tanti lavoratori che svolgono occupazioni pesanti fisicamente e mentalmente. In molti vorrebbero cogliere l’opportunità di pensionamento a 60 anni ma gli scivoli sono pochi e riservati a pochi cittadini.
Il 31 dicembre scadranno Quota 103, Opzione Donna e l’APE Sociale. Delle tre misure solo Opzione Donna consente il pensionamento a 60 anni alle lavoratrici senza figli (59 anni a chi ha un figlio e 58 a chi ne ha due) con 35 anni di contributi. Lavoratrici che dovranno essere invalide al 74%, caregiver da almeno sei mesi o impiegate presso aziende che hanno dichiarato lo stato di crisi.
Cosa accadrà a questa misura nel 2024? Tra le ipotesi la cancellazione del criterio figli con riferimento al requisito anagrafico per non discriminare le donne senza figli. Ma c’è chi suppone una cancellazione dello scivolo visto che nel 2023 già è stato ristretto e chi pensa che nulla cambierà.
Passiamo all’APE Sociale. Al momento consente di lasciare il lavoro a 63 anni di età con 30 o 36 anni di contributi unicamente ai caregiver, invalidi al 74%, disoccupati e addetti alle mansioni gravose. Si ipotizza che la misura non solo verrà prorogata ma che potrebbe essere modificata diminuendo il requisito anagrafico. Succederà realmente? Tutto da vedere.
Ciò che è certo è l’interesse di Governo e sindacati a trovare un accordo che soddisfi tutte le parti in attesa di poter attuare Quota 41 per tutti. Attualmente non è possibile sempre per la questione “soldi” ma sembrerebbe essere il progetto finale dell’esecutivo. Si vocifera anche dell’arrivo di un Quota 41 soft. Si potrebbe lasciare il lavoro con i 41 anni di contributi indipendentemente dall’età (nel 2023 significa aver iniziato a lavorare nel 1983 a 19 anni per andare in pensione a 60) ma accettando il sistema di calcolo puramente contributivo proprio come accade per Opzione Donna. Significherebbe accettare un taglio sull’assegno a due passi dalla pensione anticipata ordinaria. Converrebbe?
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