Gli stipendi nel 2024 potrebbero subire una riduzione secondo alcune previsioni. I lavoratori non vogliono crederci.
Dubbi sulle buste paga ad anno nuovo. Scenari diversi sono ipotizzabili in base a come la situazione si evolverà.
Il pensiero che tra pochi mesi le retribuzioni potrebbero diminuire toglie il sonno a tanti cittadini. Per quale motivo si potrebbe arrivare ad una battuta d’arresto se non ad un’inversione di tendenza? Tutto dipenderà dalle decisioni che prenderà il Governo Meloni. Ad oggi vige lo sgravio contributivo del 7% (4 punti percentuali in più) fino a fine anno ma poi cosa accadrà?
L’ulteriore taglio del cuneo fiscale si è reso necessario visti i danni causati dall’inflazione. Il costo della vita è troppo alto in confronto alla maggior parte delle retribuzioni e un intervento dell’esecutivo si è reso necessario. Gli stipendi aumenteranno tra qualche decina e un centinaio d’euro ma solo fino a dicembre. Dato che le risorse sono esigue pensare che la Legge di Bilancio 2024 prorogherà lo sgravio è alquanto improbabile. Di conseguenza gli importi che si apprezzeranno da luglio ai prossimi mesi 2023 potrebbero ridursi nuovamente dal mese di gennaio 2024.
Negli ultimi sei mesi 2023 vedremo in busta paga un versamento sull’importo imponibile del 2,19% – 1,80 per i dipendenti pubblici – di contributi con uno stipendio fino a 1.923 euro (aumento di 96,03 euro al massimo) e del 3,19% – 2,19 per i dipendenti pubblici – sugli stipendi fino a 2.692 euro (aumento massimo di 98,56 euro).
Tali aumenti per essere confermati anche nel 2024 comporterebbero un utilizzo di 10 miliardi di euro. Risorse che mancano al Governo e che da recuperare è quasi impossibile. Si saprà qualcosa in più quando in autunno sarà approvata la nota di aggiornamento al Def. Recuperando parte delle risorse si potrebbe pensare di avere uno sgravio parziale – del 3 o 2% – con aumenti ridotti a 54,87 e 65,70 euro circa.
Per capire come gli stipendi cambieranno, poi, bisognerà attendere le misure della Riforma fiscale. Il Governo ha intenzione di rivedere le imposte applicate sulle retribuzioni andando ad incidere sul netto. Tra i progetti il passaggio di aliquote da quattro e tre estendendo la prima fascia con imposta al 23%. L’obiettivo è sostenere le famiglie con redditi più bassi andando a sopperire alla mancata conferma del taglio del cuneo fiscale.
Probabilmente la tredicesima sarà più ricca se verrà applicata la detassazione permettendo, così, di aumentare il netto. Stesso discorso per gli straordinari ma solo per i redditi bassi.
Come detto si tratta al momento solo di ipotesi e possibili scenari. Come si prevedono aumenti è possibile ipotizzare anche riduzioni degli importi qualora le risorse si dovessero ridurre drasticamente.
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