Tra gli strumenti di risparmio da sempre i buoni fruttiferi postali occupano un posto particolare nel cuore degli italiani.
I buoni fruttiferi postali (BFP o buoni postali) a differenza dei titoli di Stato, come BTP e BOT, non sono soggetti alle oscillazioni del mercato finanziario.
Di contro, i tassi di interesse che Cassa depositi e prestiti ha alzato il 6 giugno 2023 sono bassi rispetto ai suddetti titoli di Stato, perciò, i rendimenti non sono molto elevati. Però, a influenzare il rendimento finale c’è anche la durata dei buoni postali. Infatti, tranne il Buono Ordinario, che scade dopo 20 anni, gli altri a breve e medio termine. Possiamo dire che i buoni postali si collocano tra i BOT, la cui durata è massimo di un anno, e i BTP la cui durata è superiore a 20 anni.
In pratica, visto i rendimenti bassi più che di strumenti di investimento i buoni fruttiferi postali si possono considerare strumenti di risparmio e mai come in questo periodo di incertezza economica rappresentano una buona opportunità per non perdere denaro.
Il rimborso (a scadenza o anticipato) rappresenta un punto a favore dei buoni fruttiferi postali. Infatti, Poste Italiane garantisce che il capitale sarà restituito alla pari, ovvero al 100%.
Ciò significa che il rimborso non potrà mai essere inferiore al valore nominale del buono, tranne nei casi in cui si applica l’imposta di bollo. Per riguarda agli interessi, invece, la situazione è diversa: in caso di anticipo saranno versati solo quelli maturati alla data del rimborso, ovvero non prima dei termini indicati nella Scheda di sintesi.
Se il buono è cointestato, entrambi i sottoscrittori devono recarsi all’ufficio postale che ha emesso il titolo e richiedere il rimborso. Invece, nel caso in cui l’ufficio postale fosse diverso, il rimborso sarà versato entro 5 giorni lavorativi. Qualora uno dei due intestatari fosse deceduto, si seguono le regole per la successione. Quindi, una parte del capitale andrà al titolare ancora in vita, mentre il resto agli eredi dell’intestatario deceduto.
Tuttavia, se sul buono è presente la clausola “con pari facoltà di rimborso” (CPFR oppure PFR) ciascun intestatario può richiedere in maniere autonoma rispetto agli altri il rimborso dello stesso. Ne abbiamo parlato nel seguente articolo “Buoni postali: è presente una sigla e non tutti sanno cosa significa”.
Ricordiamo che il rimborso dopo la scadenza può essere chiesto entro 10 anni prima che il buono cartaceo vada in prescrizione. Il problema non si pone per i buoni postali dematerializzati. Infatti, per questa tipologia di buoni il capitale e gli interessi maturati saranno versati dopo la scadenza direttamente sul conto corrente.
La richiesta di rimborso va presentata direttamente all’ufficio postale presentato una fotocopia dei seguenti documenti:
I richiedenti riceveranno il rimborso direttamente in contanti allo sportello, sul conto corrente bancario oppure su conto corrente postale.
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