Nella dichiarazione dei redditi occorre inserire gli immobili intestati al contribuenti e presenti nel Catasto. Se i coniugi hanno due proprietà diverse occorre fare due modelli 730?
Il quadro B del modello 730 è dedicato alla dichiarazione delle case possedute dal contribuente. Vi rientrano anche quelle del coniuge?
L’Agenzia delle Entrate presuppone un lungo elenco di dati che il contribuente deve inserire nella dichiarazione dei redditi. Ricordiamo che nel 2023 c’è tempo per l’invio fino a 2 ottobre cadendo il 30 settembre di sabato. Tanti cittadini hanno già inoltrato il modello 730 in modo tale da recuperare un eventuale rimborso IRPEF nel breve termine. Altri, invece, sono ancora in fase di compilazione autonoma con il modello precompilato messo a disposizione dall’AdE sul portale ufficiale o con l’aiuto di CAF e commercialisti.
Le sezioni della dichiarazione sono numerose, tante quante le informazioni da inserire. Familiari a carico, redditi dei terreni, redditi dei fabbricati, redditi di lavoro dipendente e assimilati, altri redditi, oneri e spese, acconti, ritenute, crediti di imposta. Tra i dati, dunque, rientrano anche gli immobili di proprietà ossia l’abitazione principale e le proprietà date in affitto, in sublocazione o in comodato d’uso.
Poniamo il caso di una coppia di coniugi dove la moglie è a carico del marito. Il contribuente compila ogni anno il modello 730 inserendo anche i dati di riferimento della moglie. Poniamo che questa non ha altro reddito ma solo l’abitazione principale.
Accade che il coniuge a carico erediti una seconda casa. Come dovranno agire gli sposi? Può la moglie rimanere a carico oppure dovrà presentare una dichiarazione dei redditi personale? Secondo quanto stabilito dalla normativa sembrerebbe possibile per la donna rimanere a carico del marito nella dichiarazione dei redditi di quest’ultimo. Questo perché sulla seconda casa di proprietà si paga l’IMU e, dunque, si pagano le tasse.
Il reddito derivante dal fabbricato, dunque, non dovrà essere conteggiato per verificare se si rientra o meno nel limite massimo da considerare per risultare a carico del coniuge. Ricordiamo che una persona per essere reputata a carico dovrà avere un reddito personale inferiore a 2.840,51 euro (oppure 4 mila euro se under 24).
La Legge afferma che il reddito complessivo del coniuge a carico dovrà essere calcolato senza considerare la rendita catastale degli immobili di proprietà non locati e soggetti al pagamento dell’IMU. Rientra nel conteggio, invece, il reddito dell’abitazione principale non essendo soggetta a IMU. Se la seconda casa, infine, viene affittata producendo, così, reddito allora questo dovrà essere inserito nel conteggio del tetto massimo da rispettare per essere considerati a carico.
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