Pochi ma fortunati lavoratori possono andare in pensione a 64 anni anticipando di tre anni l’uscita dal mondo del lavoro. Grazie a quale scivolo?
Conoscete la cristallizzazione dei diritto? Si tratta dello strumento che permetterà di non dover attendere 67 anni di età per il pensionamento.
La pensione di vecchiaia si raggiunge al compimento dei 67 anni di età e avendo maturato 20 anni minimo di contributi, un obiettivo che quasi tutti possono conquistare. Il sistema previdenziale italiano prevede, poi, scivoli di pensionamento anticipato che, però, non sono accessibili a tutti i cittadini. Presentano, infatti, requisiti anagrafici e contributivi più stringenti. Parliamo, ad esempio, della pensione per i precoci che si rivolge a chi ha maturato 41 anni di contributi di cui uno prima dei 19 anni di età e fa parte di una categoria dell’APE Sociale (invalidi al 74%, caregiver, disoccupati, addetti alle mansioni gravose).
Poi c’è Opzione Donna per le disoccupate, invalide al 74% e caregiver. Permette il pensionamento a 60 anni (59 anni con un figlio e 58 anni con due figli) con 35 anni di contributi. E ancora la pensione anticipata ordinaria rivolta a chi ha maturato 42 anni e dieci mesi di contributi (un anno in meno per le donne). Insomma, tanti scivoli sono difficili da raggiungere soprattutto prima dei 67 anni. Chi può, dunque, lasciare il lavoro a 64 anni nel 2023?
Chi ha perfezionato i requisiti di accesso ad uno scivolo attivo due anni fa può andare in pensione a 64 anni grazie alla cristallizzazione del diritto. Tale strumento consente di bloccare le condizioni raggiungendole entro la tempistica prevista in modo tale da lasciare il lavoro quando si vuole, anche anni dopo.
Spieghiamoci meglio. Nel 2021 era attiva Quota 100. Questa misura garantiva il pensionamento a 62 anni di età con 38 anni di contributi perfezionando tali requisiti entro il 31 dicembre di quello stesso anno. Molti lavoratori pur avendo maturato i requisiti non sono andati in pensione. Ebbene devono sapere che hanno cristallizzato quel diritto e possono sfruttarlo ora, a 64 anni.
Stesso discorso anche per Quota 102, la misura attiva lo scorso anno che prevedeva il pensionamento al compimento di 64 anni di età e con 38 anni di contributi. Soddisfacendo le condizioni entro il 31 dicembre 2022 si raggiungeva la cristallizzazione del diritto. Di conseguenza potrebbero lasciare il lavoro nel 2023 utilizzando Quota 102.
In questo modo ben due diverse categorie di cittadini possono chiedere la pensione nel 2023 rispettivamente a 64 e 65 anni di età, tre e due anni in anticipo rispetto alla pensione di vecchiaia. Un’opportunità unica da sfruttare considerando che attualmente è in vigore Quota 103 che consente il pensionamento a 62 anni ma con 41 anni di contributi maturati entro il 31 dicembre dell’anno in corso.
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