Andare in pensione nove anni prima della pensione di vecchiaia non è impossibile. Ecco chi ha assicurata l’uscita a 56 anni.
Un’opportunità di pensionamento a 56 anni per una specifica categoria di cittadini lavoratori. Scopriamo di più.
Il sistema pensionistico italiano prevede il pensionamento per tutti a 67 anni con minimo venti anni di contributi. Per carriere lavorative inferiori il traguardo è 71 anni. Vi sentite vecchi solo a sentir parlare di queste età? Doversi recare ogni mattina a lavoro quando invece si vorrebbe solamente godere del meritato riposo dopo una vita di sacrifici può essere un pensiero struggente soprattutto per chi svolge occupazioni impegnative o soffre di specifiche patologie.
La soluzione per un’uscita anticipata di ben undici anni esiste. Si rivolge a pochi cittadini ma rimane comunque una possibilità da non perdere se si soddisfano i requisiti. D’altronde anche gli altri scivoli che permettono di lasciare prima il mondo del lavoro hanno dei paletti da rispettare per restringere la platea dei beneficiari. Parliamo, ad esempio, di Opzione Donna che consente alle lavoratrici con 35 anni di contributi di andare in pensione a 58 anni con due figli, 59 anni con un figlio e 60 anni senza figli solo se invalide al 74%, caregiver o disoccupate. Ma come lasciare il lavoro a 56 anni?
Le lavoratrici donne con invalidità pensionabile possono lasciare il lavoro a 56 anni – gli uomini a 61 – rispettando una finestra mobile di dodici mesi per l’erogazione del primo assegno.
Condizione necessaria è avere un’invalidità dell’80% o più accertata e non parliamo dell’invalidità generica o civile. L’invalidità pensionabile è, infatti, differente per l’organismo che determina la disabilità dell’interessato e per la possibilità di accedere o meno a sostegni, prestazioni previdenziali e assistenziali,
In generale l’invalidità è una condizione fisica o mentale che riduce la capacità lavorativa di una persona. Può essere causata da una patologia, un infortunio o una malattia. Si definisce generica l’invalidità civile riconosciuta a chi ha una riduzione della capacità lavorativa generale. Non può svolgere alcuna attività lavorativa, indipendentemente dai lavori già svolti nella propria vita. Ad accertare tale invalidità la Commissione medica invalidi civili dell’ASL di competenza territoriale.
L’invalidità pensionabile, invece, riguarda la riduzione della capacità lavorativa specifica per il proprio lavoro, per l’occupazione svolta prima della condizione invalidante. Una riduzione legata, quindi, alle competenze svolte che dovrà essere certificata da una Commissione INPS.
Accertata tale invalidità si potrà richiedere il pensionamento a 58 anni se donne e 61 se uomini a condizione di aver maturato 20 anni di contributi. La decorrenza scatta dopo dodici mesi dall’inoltro della domanda. Per quanto riguarda l’importo del trattamento verrà calcolato in modo tradizionale, in base ai contributi maturati.
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