È possibile presentare ricorso contro una cartella esattoriale illegittima. Quali sono i motivi di nullità che permettono di non pagarla?
La Legge consente di annullare le cartelle di pagamento che presentano delle irregolarità.
La prima ipotesi di nullità si ha nel caso di mancata notifica.
Spesso capita che la cartelle non giungano mai a destinazione e, quindi, il contribuente ne ha conoscenza solo al momento del ricevimento di un’intimazione di pagamento.
In queste ipotesi di può fare ricorso per annullare il debito con il Fisco.
Un altro caso di nullità si ha per irreperibilità del destinatario in seguito a cambio di indirizzo di residenza senza comunicazione al Comune.
Nell’ipotesi, invece, di momentanea assenza del destinatario presso la propria abitazione (per esempio, perché è al lavoro), il contribuente deve ricevere un avviso del tentativo di notifica. Se questa comunicazione è omessa, la cartella esattoriale è nulla.
Un elemento che implica la nullità è anche la mancanza della data di notifica dell’atto
nella relazione redatta dall’ufficiale giudiziario.
Essendo degli atti amministrativi, le cartelle di pagamento devono contenere dei dati essenziali, come la motivazione e il nome del responsabile del procedimento a cui bisogna rivolgersi per ottenere chiarimenti. Se mancano, le cartelle sono incomplete e, dunque, nulle.
Quando non si pagano le imposte, scattano gli interessi. Di conseguenza, oltre all’importo dovuto e non versato, vengono pretese anche queste somme ulteriori.
Nella cartella, però, tali elementi vanno specificati e suddivisi per le annualità alle quali si riferiscono. È, quindi, nulla la cartella esattoriale che indica un solo importo complessivo a titolo di interessi.
È opportuno specificare, tuttavia, che non basta non pagare ma bisogna rivolgersi al tribunale competente per mezzo di un avvocato.
Non è, infatti, compito dell’Agenzia delle Entrate l’annullamento dei carichi iscritti a ruolo.
Per la legge, sono esclusivamente gli Enti impositori a poter modificare o annullare le cartelle affidate agli Agenti di Riscossione.
Il primo passo da compiere è contattare l’Ente impositore per richiedere di annullare il carico per irregolarità della cartella.
Tale procedura prende il nome di autotutela e, se va a buon fine, tutto il debito (o una parte di esso) viene annullato.
Il secondo strumento è il ricorso all’autorità giudiziaria competente. In questo caso, tuttavia, l’esecutività della cartella esattoriale non viene sospesa, ma rimane valida e, di conseguenza, proseguono anche le procedure esecutive.
L’ultima opzione è la richiesta di sospensione della cartella direttamente all’Agenzia delle Entrate.
Si può, infatti, ottenere l’annullamento dell’avviso di pagamento inviato che si ritiene illegittimo, oltre che al giudice, all’Ente di Riscossione.
Si tratta, però, della strada più lunga, che prevede tempi di attesa maggiori.
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