Prestate la massima attenzione a questi comportamenti, perché in determinati casi l’Inps chiede i soldi indietro. Ecco quali.
L’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale effettua continuamente controlli sui contribuenti in modo tale da scoprire eventuali comportamenti scorretti. A tal proposito è bene sapere che in determinati casi l’Inps può addirittura chiedere i soldi indietro.
In un periodo storico particolarmente complesso come quello attuale sono tanti i cittadini che hanno fatto affidamento ai vari sussidi e agevolazioni messi in campo dal governo. Ad occuparsi della relativa erogazione è quasi sempre l’Inps che ha, allo stesso tempo, altri importanti compiti.
Tra questi si annovera il dover controllare che tutto vada per il verso giusto e soprattutto che a beneficiare dei vari bonus e contributi siano soggetti aventi effettivamente diritto. Proprio ai controlli dell’istituto di previdenza è bene prestare attenzione, poiché in determinati casi è possibile che chieda i soldi indietro. Ecco quali.
La Naspi si rivela essere un importante aiuto a sostegno dei disoccupati involontari. Proprio tale misura è finita di recente al centro dell’attenzione per via della vicenda che ha visto coinvolto un uomo di trent’anni che è riuscito a portare a casa ben 18 mila euro di Naspi pur avendo un contratto di lavoro a tempo indeterminato. Ma cosa è successo?
Ebbene, l’uomo in questione aveva presentato domanda per la Naspi subito dopo essere stato licenziato in Italia. La domanda è stata quindi accolta e ha iniziato a percepire l’indennità. Nel frattempo ha trovato un lavoro stabile in Svizzera, in qualità di saldatore, grazie a cui riesce a portare a casa un reddito di 3.500 franchi svizzeri al mese. Nonostante l’impiego, ha percepito la Naspi nel corso degli anni 2021 e 2022.
Soltanto per pure caso, nel corso di un controllo doganale al valico del San Bernardo, si è scoperta tutta la verità. L’uomo, infatti, ha presentato un regolare permesso Svizzero di categoria B per spostarsi dalla Svizzera all’Italia e viceversa. Si tratta in pratica di un permesso di lavoro che la Svizzera rilascia solamente in presenza di un contratto di lavoro di almeno un anno.
La Guardia di Finanza ha quindi effettuato dei controlli e grazie all’incrocio delle banche dati ha scoperto che il soggetto in questione continuava a percepire la Naspi. L’Inps ha quindi provveduto a sospendere immediatamente il trattamento, con l’uomo che ora dovrà restituire quanto indebitamente percepito. Occhio quindi a fare i furbetti, perché se scoperti rischiate davvero grosso.
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