Il problema delle microplastiche sta diventando sempre più grave. La Scienza non sa ancora cosa potrebbe succedere agli esseri umani.
Un recente studio pubblicato sull’International Journal of Molecular Science dimostra che forse la scienza dovrebbe occuparsi alla svelta degli effetti dannosi e forse irreparabili che stanno innescando le microplastiche nel nostro organismo.
Qualche tempo fa venne alla luce una scoperta: in alcuni pazienti operati di cuore erano state trovate nanoplastiche nel tessuto cardiaco. Altri studi in passato hanno evidenziato che ormai le microplastiche si nascondono nell’intestino umano, circolano nel nostro flusso sanguigno, si accumulano in profondità nei polmoni e arrivano persino alla placenta.
Il problema è che l’esposizione alle micro particelle di plastica è praticamente inevitabile. Non stiamo parlando delle isole di plastica che si trovano negli oceani, ma di particelle infinitesimali che ormai sono negli animali, nell’acqua, nell’aria e nel terreno. Tutti, dunque, potremmo averle già nell’organismo.
Un team di scienziati ha scoperto conseguenze inquietanti delle microplastiche in un esperimento condotto sui topi.
Quando roditori anziani e giovani hanno bevuto frammenti microscopici di plastica sospesi nella loro acqua nel corso di 3 settimane, i ricercatori dell’Università di Rhode Island hanno scoperto che tracce degli inquinanti si erano accumulate in ogni organo del corpo dei piccoli mammiferi: cervello, fegato, reni, tratto gastrointestinale, cuore, milza e polmoni. La plastica era presente anche nelle feci e nelle urine dei topi.
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