La pensione Opzione donna è un’opportunità di pensionamento anticipato riconosciuta alle dipendenti ma nel 2024 sarà ridotta la penalizzazione, rendendo la misura più conveniente.
Il Governo ha intenzione di prorogare la misura Opzione donna anche per il 2024. Tuttavia bisognerà attendere la Legge di bilancio 2023 per conoscere le novità che interesseranno questa misura di pensionamento anticipato indirizzata in favore delle dipendenti e delle autonome.
Nel frattempo facciamo un riepilogo delle caratteristiche della misura Opzione donna 2023. In questo modo potremo capire quali sono le penalizzazioni che molto probabilmente saranno ridotte in vista del prossimo anno.
Alcune categorie di lavoratrici dipendenti e autonome, nel corso del 2023, hanno avuto la possibilità di accedere alla misura di pensionamento anticipato conosciuta con il nome di Opzione donna. Si tratta di un sistema che permette di ritirarsi dal lavoro prima del previsto.
In particolare, la misura consente di ritirarsi a 58 anni di età per le dipendenti e a 59 anni per le autonome. Per poter beneficiare di questa misura è necessario avere maturato un requisito contributivo di almeno 35 anni. Inoltre, l’assegno di pensionamento sarà calcolato interamente con il sistema contributivo.
Questa misura non è accessibile a tutte le dipendenti e a tutte le lavoratrici in maniera indiscriminata, infatti è necessario essere in possesso di determinate condizioni di svantaggio ovvero:
Ad oggi la misura risulta penalizzante per le lavoratrici di lunga carriera che hanno versato un importante numero di contributi prima del 1996, per le quali bisognerebbe applicare il metodo retributivo (più conveniente).
In vista del 2024 c’è la possibilità che questa misura venga prorogata, così anche il prossimo anno si potrà beneficiare dell’opportunità di uscire prima dal lavoro.
Come abbiamo visto, il calcolo dell’assegno di pensionamento avviene con il metodo contributivo. Si tratta di un sistema poco vantaggioso per coloro che hanno versato contributi prima del 31 dicembre 1995. Tuttavia con il passare del tempo saranno sempre meno le lavoratrici ancora attive che hanno versato i contributi prima del 1996.
Di conseguenza coloro che accederanno l’opzione donna saranno sempre meno svantaggiate rispetto a chi lo ha già fatto. In questo modo la misura riuscirebbe ad avere un appeal maggiore che, però, produrrebbe un eccesso di spesa per il governo.
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