I lavoratori debitori devono prestare massima attenzione perché il TFR/TFS potrebbe essere pignorato. Cosa succede in questo caso?
Un lavoratore dipendente che ha dei debiti con il Fisco può subire il pignoramento, oltre che dello stipendio, del TFR o del TFS.
In questo caso, il creditore non si rivolge direttamente al debitore ma al suo datore di lavoro, per ottenere le somme spettanti.
Si tratta, purtroppo, di un dettaglio che molti ignorano, pensando che solo lo stipendio possa essere oggetto di pignoramento.
Un Lettore ha inviato il seguente quesito:
“Salve, ho avuto un pignoramento da privato sul TFS, perché devo dei soldi all’Agenzia delle Entrate e, di conseguenza, mi hanno bloccato la liquidazione. Entro quando l’Agenzia delle Entrate deve comunicare all’INPS i dati per il pignoramento? Possono pignorare tutto il TFS? Grazie“.
Chiariamo al nostro Lettore che, dopo la richiesta di decreto ingiuntivo al giudice da parte del creditore, il debitore ha 40 giorni di tempo per presentare opposizione.
Trascorso tale periodo senza che si sia stato il pagamento o l’opposizione, si procede con la notifica del precetto; a questo punto ci sono 10 giorni di tempo per saldare il debito.
In caso di ulteriore inadempienza, il creditore provvede, entro 90 giorni, al pignoramento del TFR o del TFS.
È opportuno specificare, tuttavia, che ci sono delle peculiarità a seconda che il lavoratore abbia deciso di destinare la liquidazione in azienda o meno.
Nel primo caso, il pignoramento riguarda una somma di denaro certa, perché il datore provvederà a comunicare l’importo accantonato dal dipendente ai fini della liquidazione. In questo caso, tuttavia, la legge prevede che si possa trattenere soltanto un quinto del TFR/ TFS, per tutelare il lavoratore ed evitare che perda tutto quello che ha messo da parte durante l’intera vita professionale.
Diverso è il caso in cui il dipendente abbia deciso di trasferire la liquidazione presso un Fondo pensionistico, perché non sarà possibile pignorare le somme. Potranno, invece, essere sottratti gli importi versati sotto forma di pensione integrativa.
Nel caso in cui il pignoramento avvenga su conto corrente, le regole sono differenti. In quest’ipotesi, infatti, se si agisce prima o contemporaneamente all’accredito del TFR o del TFS sul conto, viene pignorato 1/5 dell’importo totale.
Se, invece, il pignoramento interviene successivamente all’accredito, viene pignorata è l’intera somma che supera di un triplo l’Assegno sociale. Attualmente, quest’ultimo è pari a 503,27 euro, dunque è fatta salva la somma di 1.509,81 euro (l’importo restante potrà essere pignorato).
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