I docenti potranno continuare a beneficiare degli strumenti di flessibilità in uscita? Scopriamo cosa cambia con l’ultima Manovra finanziaria.
Gli stravolgimenti relativi alle modalità di accesso alla pensione anticipata da parte della nuova Legge di Bilancio hanno suscitato una serie di perplessità tra i lavoratori.
L’eliminazione di Quota 103 e la rivisitazione di Opzione Donna e Ape Sociale avranno un forte impatto anche sul pensionamento dei dipendenti del settore scolastico.
Se, infatti, l’età pensionabile rimane fissa a 67 anni, sarà necessaria un’anzianità anagrafica e contributiva maggiore per poter accedere agli strumenti di flessibilità in uscita.
Per far fronte alla scarsità di fondi, infatti, il Governo ha pensato di posticipare di un anno l’uscita anticipata dal mondo lavorativo. Di conseguenza, a partire dal 2024, si dovranno possedere almeno 63 anni di età e 41 anni di contributi, per usufruire di Quota 104 e di almeno 63 anni di età e 36 di contributi, per beneficiare del neo istituito fondo unico per Ape Sociale e Opzione Donna.
Quest’ultima misura, tuttavia, sarà riservata solo ai caregivers, ai disoccupati, ai disabili, alle donne e agli addetti ai mestieri gravosi.
Le novità introdotte con la Manovra finanziaria rivoluzioneranno anche il personale del settore scuola.
Per questo motivo, l’ANIEF, l’Associazione Nazionale Insegnanti e Formatori, ha dichiarato che le decisioni dell’Esecutivo debbano essere assolutamente riviste. Il Presidente dell’Associazione, Marcello Pacifico, ha chiarito la necessità di una deroga alle norme della Legge di Bilancio 2024 per i dipendenti scolastici.
Non sarebbe, infatti, produttivo “costringere” gli insegnanti a prestare attività lavorativa dopo i 63 anni. Allo stesso tempo, gli anni universitari dovrebbero essere riscattati gratuitamente e il mestiere dei docenti dovrebbe essere inserito nel novero dei lavori usuranti.
Marcello Pacifico, poi, ha sottolineato come debbano essere previste delle agevolazioni fiscali per coloro che optano per le pensioni complementari.
Si tratta di questioni non più rinviabili, considerando anche che quello italiano è il personale scolastico più vecchio al mondo.
In attesa di un riscontro da parte delle istituzioni, l’ANIEF consiglia a tutti i docenti di procedere con il riscatto degli anni di formazione universitaria prima dell’interruzione del rapporto di lavoro e immediatamente dopo la presa di servizio, anche per i lavoratori a tempo determinato.
Suggerisce anche di pensare ad una pensione complementare, ad esempio quella bancaria. A tal riguardo, l’Associazione ha stipulato una convenzione con Banca Mediolanum. Per tutte le informazioni relative alla misura, consigliamo di consultare il portale dell’istituto di credito oppure di contattare l’ANIEF.
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