L’indennità di accompagnamento non è assegnata in egual modo in tutte le Regioni. Quali sono i criteri applicati e in che modo influiscono sulla prestazione?
L’indennità di accompagnamento è un sussidio, del valore di circa 500 euro, che viene erogato a favore dei soggetti con invalidità al 100% non autosufficienti, cioè non capaci di deambulare o compiere gli atti della vita quotidiana in maniera autonoma.
Di recente, l’Università “Ca’ Foscari” di Venezia ha condotto uno studio volto ad evidenziare la discrepanza tra le varie Regioni italiane nell’assegnazione dell’indennità di accompagnamento ai richiedenti.
Nel dettaglio, gli economisti dell’Ateneo hanno sottolineato che i criteri utilizzati dalle Regioni non sono gli stessi e, di conseguenza, in alcune aree la prestazione è accordata con molta più facilità. Questo, per gli esperti, creerebbe non solo un’inaccettabile disparità di trattamento ma anche un costo maggiore per lo Stato.
La ricerca è molto importante perché la popolazione anziana è in forte crescita e, di conseguenza, bisogna imparare a ottimizzare la destinazione delle risorse economiche e, poi, perché, dal prossimo anno, verranno revisionati i criteri per il riconoscimento dell’indennità di accompagnamento.
Per gli economisti dell’Università “Ca’ Foscari” di Venezia i motivi alla base delle differenze, tra le Regioni, nell’assegnazione del sussidio di accompagnamento sono essenzialmente tre:
Le discrepanze tra le varie zone d’Italia producono una serie di conseguenze negative e, in particolare:
Ma quali potrebbero essere le soluzioni da adottare per consentire maggiore omogeneità nel riconoscimento dell’indennità di accompagnamento e garantire effettiva tutela a tutti i disabili?
Innanzitutto, bisogna uniformare i criteri alla base dell’assegnazione del sussidio e fissare principi chiari e uniformi in tutte le Regioni.
Serve, poi, maggior trasparenza. In tal senso, gioverebbe la pubblicazione dei dati relativi al riconoscimento
dell’accompagnamento, in modo tale che eventuali difformità possano essere corrette.
C’è bisogno, infine, di collaborazione interregionale e di condivisione delle tecniche per tutelare tutti richiedenti.
In tale ottica, un ruolo primario è ricoperto dal Governo centrale, al quale spetta l’obbligo di assicurare che le valutazioni delle Commissioni mediche siano uniformi e trasparenti e di predisporre un meccanismo che stimoli la responsabilità a livello locale.
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