A dicembre il personale della scuola, ovvero docenti e ATA, riceveranno un aumento di stipendio massimo fino al 1.300 euro. Ecco il motivo.
Oltre un milione tra docenti e personale ATA a dicembre riceveranno nella busta paga arretrati e un adeguamento stipendiale. L’assegno, che potrebbe essere considerato una specie di quattordicesima, in realtà rappresenta l’indennità di vacanza contrattuale per l’anno 2023.
L’importo avrà una cifra compresa tra 500 e i 1.300 euro. La differenza dipende dalla posizione contrattuale, dal profilo professionale (docente o ATA) e dall’indennità di servizio.
Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha reso noto che a dicembre gli stipendi di docenti e personale ATA saranno più alti per gli arretrati e l’indennità contrattuale. Ha dichiarato di essere soddisfatto dei provvedimenti presi dal governo, poi inseriti nella legge di Bilancio 2024, e inoltre ha annunciato che il nuovo contratto di categoria dovrebbe arrivare l’anno prossimo.
Per di più, il sottosegretario all’Istruzione, Paola Frassinetti, ha ricordato che «dal 2024, gli stipendi dei docenti subiranno un incremento di 200 euro lordi, grazie a vari aggiustamenti e bonus. Inoltre, a dicembre, si attende un anticipo che varia tra 700 e 1.200 euro per i docenti di ruolo».
In realtà, anche Marcello Pacifico, presidente ANIEF si dichiara soddisfatto per gli aumenti che riceveranno docenti e ATA. Tuttavia, afferma che l’indennità di vacanza contrattuale non è versata per l’intero importo ma si tratta di un assegno una tantum. Tra l’altro gli aumenti non saranno erogati a tutto il personale della scuola ma solo ai docenti e al personale ATA di ruolo, quindi, a quelli che hanno stipulato contratti a tempo indeterminato.
Esclusi, pertanto (e come sempre potremmo dire!), i docenti e gli ATA precari, ovvero coloro che hanno un contratto a tempo determinato. Per questo motivo il presidente ANIEF considera ciò che ha stabilito il governo un bel gesto ma che non soddisfa in maniera completa. L’intenzione è quella di rivolgersi al tribunale.
Infatti, suggerisce al personale precario della scuola di fare ricorso, purché abbiano prestato servizio a partire dal 1° gennaio 2022. In questo modo potrebbero recuperare anche fino a 1.500 euro. Inoltre, ricorrere al Tribunale è anche il modo per soddisfare il principio della parità di trattamento del personale della pubblica amministrazione. Come molti sanno questo principio è introdotto da anni in tutti i Paesi dell’Unione europea. In Italia è regolato dalla direttiva UE 70/99: prevalgono i diritti a prescindere dal contratto che lega un dipendente all’amministrazione.
Un punto a favore per scegliere il ricorso tramite gli avvocati ANIEF sono le numerose sentenze a favore prodotti dai giudici negli ultimi tempi, come quella relativa alla Carta del docente.
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