Se i farmaci sono indispensabili per curare la salute, alcuni di essi potrebbero addirittura causare disturbi gravissimi.
Lo sostiene da almeno 12 anni Prescrire, una nota pubblicazione francese indipendente il cui scopo è aumentare la consapevolezza sugli effetti di alcuni medicinali e/o principi attivi. La pubblicazione è indipendente e su di essa non gravano conflitti d’interesse. Ogni anno pubblica preziose informazioni consultabili non solo dai cittadini ma anche dai medici e specialisti.
A volte le dichiarazioni pubblicate da Prescrire sono oggetto di ampie polemiche, innescate soprattutto da parte delle case farmaceutiche, che vedono nell’attività della pubblicazione un potenziale danno ai loro affari.
Eppure i danni potrebbero essere accusati proprio dai cittadini che, ignari, assumono farmaci potenzialmente molto pericolosi. Ecco cosa emerge dall’ultimo report stilato dagli esperti di Prescrire.
L’attività di Prescrire è informativa e divulga notizie su salute e benessere, ma forse la pubblicazione è diventata nota per la classifica dei “peggiori farmaci in circolazione” che redige ormai da 12 anni.
Quest’anno sono ben 105 i medicinali (tra cui almeno 13 di automedicazione) messi davanti al banco degli imputati. Andando ad approfondire sulla pubblicazione, scopriamo che per fornire i giudizi sui farmaci, gli esperti di Prescrire utilizzano metodi scientifici e accreditati.
Analizzano il rapporto rischi-benefici dei farmaci che vengono venduti in Italia e anche in tutta Europa basandosi su “ricerca documentale sistematica e riproducibile, criteri di efficacia rilevanti per i pazienti, priorità dei dati in base al loro livello di evidenza, confronto rispetto al trattamento di riferimento“.
Andando a esaminare il report, si scopre che alcuni farmaci da banco usati per disturbi comuni, come bruciore di stomaco, tosse e raffreddore o mal di gola, sono in alcuni casi molto dannosi, così come alcuni farmaci prescritti per le cure al cuore.
Ce n’è per tutti, insomma, anche per chi usa farmaci o integratori pensando di dare all’organismo sostanze naturali, come il Tanakan (ginkgo biloba); sembra che il rischio sia superiore ai benefici e che alcuni soggetti possano andare incontro a emorragie, disturbi digestivi e convulsioni, nonché disturbi cognitivi negli anziani.
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